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Un diamante nella bottiglia
Pubblicato il 18/04/2014
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Antoine Gaita è un italiano nato in Belgio, dove è vissuto per 26 anni, figlio di immigrati partiti in cerca di fortuna e tornato in Irpinia, luogo di origine della sua famiglia, per fare vino. Antoine è un vigneron vero, con l’indole di chi vive la vigna quotidianamente nella consapevolezza della non sistematicità delle stagioni, delle mille imprevedibilità produttive legate ad una natura che richiede non soltanto competenza e spirito di sacrificio, ma anche articolazione nelle tecniche agronomiche ed enologiche e insistente sperimentazione. D’altronde il sostantivo vignaiolo, oggi troppo abusato, dovrebbe identificare colui che si contrappone a chi pensa che fare vino sia opera di standardizzazione, e che tutto in enologia può essere corretto grazie a meri artifici: al contrario il nostro vigneron di Montefredane vede il vino piuttosto come un risultato, realizzazione pratica della lettura di un’annata che implica successi e a volte sconfitte. Gli assaggi fatti negli anni del suo Fiano Vigna della Congregazione rendono un’immagine assai rosea della tipologia ed in particolar modo di questo meraviglioso cru che mette in risalto come un’uva dalle origine antichissime, segnata da numerose diatribe che hanno creato grande confusione tra gli ampeologi sulla sua presunta parentela con diversi vitigni - persino con il Greco - sia a ragione considerata tra le più pregiate della Penisola, soprattutto per via dell’eccezionale longevità.

A tal proposito il riassaggio del 1998, seconda annata prodotta in Azienda, continua ad impressionare, regalando un bicchiere di altissima complessità e piacevolezza, capace non solo di sfoggiare un nobile terroir, ma soprattutto di dimostrare orgogliosamente la grande tenuta nel tempo del Fiano di Avellino.

Vigna della Congregazione 1998
Bianco Vdt - Fiano 100% - Gr. 13% - € 25 - 3.000 bottiglie prodotte

Il 1998 è stata un’annata molto piovosa (ha piovuto senza sosta dal 5 settembre al 10 ottobre); in zona si è cominciato a vendemmiare l’11 ottobre, mentre in Azienda si è atteso fino al 25 del mese, ottenendo un’uva totalmente infavata. Per Antoine il bianco deve restare sulle fecce circa un anno, ma in questo caso per contrastare la casse ossidasica (ossidazione dovuta ad enzimi laccasi), si è intervenuti a dicembre con un processo di stabilizzazione, anticipando l’imbottigliamento ad aprile. Per una dimenticanza, non essendo state dichiarate le uve come Doc (la Docg Fiano di Avellino arriverà nel 2003) il prodotto venne declassato a Vino da Tavola. Essendo all’epoca poco diffuso, se ne vendettero circa i 2/3 della produzione, ed oggi per la gioia degli amanti dei bianchi da invecchiamento, non è così raro imbattersi in qualche bottiglia. Veste oro con una tonalità traslucida davvero ammaliante. Naso incontrollabile, un turbinio difficile da parare con sensazioni assolutamente minerali, che ricordano in prima battuta selce e cenere, per poi virare in toni vagamente idrocarburici. Seguono poi sensazioni d’agrumi e sprazzi floreali. Il sorso è compatto, costruito su energica sapidità che arricchisce e sorregge un corpo pieno e di assoluta proporzione. I richiami agrumati non tradiscono le aspettative, e dirigono l’assaggio sino ad un epilogo molto lungo, caratterizzato da consueta chiusura che ricorda sensazioni di mandorla amara. Sublime l’accostamento al formaggio Caciocchiato Irpino, prodotto da latte di vacche di razza podolica, allevate allo stato brado a 1000 metri di altitudine, che si cibano di germogli e bacche di montagna.

Villa Diamante
Via Toppole, 16
83030 Montefredane (AV)
Tel. 0825 670014
villadiamante1996@gmail.com

*L’uovo-biscotto dell’ultima immagine è opera della Cake Designer Claudia Deb

 

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