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Vino, terra e cubo
Pubblicato il 04/04/2014
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Il visitatore che viaggia per il Piemonte e non conosce ancora i paesi che lo aspettano lungo le strade di Langa si domanda come saranno le piazze, la gente che le popolano e i famosi vigneti. In ogni paese della zona ogni vigneto è singolare e disposto in un diverso ordine: ma appena il turista giunge a Castiglione Falletto e getta lo sguardo sino alla magnifica vigna del Cru Bricco Rocche dei fratelli Ceretto, la più alta del comune, immediatamente percepisce la magia del luogo. Dal Bricco - la cima della collina - la vista è mozzafiato e permette di godere in toto della zona del Barolo, ancor più se la si guarda dall’interno del Cubo, un’opera d’arte di vetro senza intelaiatura che ricorda per struttura la piramide del Louvre. Ma chi mastica di Barolo sa bene come Bruno e Marcello, coadiuvati dai figli, siano sì dei mecenati ma ancor di più degli innovatori in campo vitivinicolo; tra i primi a valorizzare il concetto di cru in Langa, apportando in etichetta oltre al nome della vigna da cui si produce il vino, anche un’elegante raffigurazione della stessa, ed oggi, soprattutto grazie ad Alessandro, secondogenito di Marcello, un atteggiamento responsabile e rispettoso nei confronti della terra, collaborando con esperti di biodiversità che seguono l’intera filiera produttiva.

Annoverare i successi, le conquiste e le acquisizioni fatte dalla fondazione ad oggi dai “The Barolo Brothers”, secondo una famosa copertina di Wine Spectator datata addirittura marzo 1986, non è così semplice e al posto di mille parole basta sintetizzare questa emozionate cronologia d’avvenimenti con un’unica parola, la Terra, fortissimamente voluta, amata e rispettata. Nel bicchiere in assaggio un Barolo trascinante, territoriale, in perfetta parabola ascendente.

Barolo Bricco Rocche 2009
Rosso Docg - Nebbiolo 100% - 14,5% - € 130

Colore tipicamente granato, di lucentezza adamantina. Profilo olfattivo tradizionale con note di ciliegie e profumi floreali purissimi, seguiti da aromi di timo, tabacco biondo, pepe, liquirizia e ricordi di torrefazione. Al sorso il volume è inverosimile: l’incipit seppur morbido è interrotto da severa morsa tannica che ne evidenzia la nobile austerità, in un quadro di mirabile equilibrio. La sapidità finale ne esalta le virtù, delineando una lunghissima persistenza da vino di classe superiore. Maturato un anno in tonneau e un anno in botte grande. Starà benissimo su un Castelmagno, o per i palati più goduriosi da provare su un cosciotto di agnello Sambucano cotto a bassa temperatura, una delizia della Valle Stura cuneense dalla carne saporita e poco grassa.

Ceretto
Loc. San Cassiano, 34
12051 Alba (CN)
Tel. 0173 282582
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