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Pubblicato il 28/03/2014
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27 marzo - Il vino è sempre più “selfie”. Dal vino taylor-made alla possibilità di affittare un filare o adottare una barrique: customizzare il proprio vino secondo i gusti personali non è più un’utopia, ma, anzi, fa tendenza. E se il sogno dell’amante del buon bere è quello di diventare vigneron, o di avere bottiglie con un’etichetta personalizzata, c’è più di una possibilità per creare il proprio vino su misura. Di questo e di tutte le curiosità del vino “selfie”, la nuova febbre del web che ha contagiato anche il mondo di Bacco, si parlerà a Vinitaly, il più importante salone internazionale dedicato a vino e distillati, a Veronafiere, dal 6 al 9 aprile (www.vinitaly.com). Anche perché, sempre più spesso, dai wine lover ai vip, “produrre” bottiglie personalizzate fa scattare la voglia di diventare produttore.

27 marzo - Non solo export per i vini italiani ma crescono anche i consumi interni. Un fenomeno quello della corsa all’esportazione che, tuttavia, a ben guardare, ha prodotto frettolose analisi, che ha indotto molte aziende a “tirare i remi in barca” nel mercato interno, lasciando qualche spazio libero alle cantine che, invece, hanno continuato a ritenere importante il ruolo delle vendite entro i confini nazionali. Una parziale conferma arriva anche dai dati sul consumo di vino in Italia. La spesa per il vino non è andata così male nel recente passato, almeno stando ai dati Istat sulla spesa dei consumi delle famiglie italiane. In termini assoluti, dopo il calo del 2009, ci sono stati anni tutti leggermente positivi. Nel 2012 le famiglie italiane hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli precrisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello del 2007. Dal lato dei produttori la forbice tra vino esportato e vino venduto sul mercato domestico, resta larga con, in media, il 70 e l’80% delle etichette destinate all’export. Nel mercato interno, però i margini di crescita non mancano, specialmente per le cantine che producono vini bianchi e spumanti, questa forbice diminuisce almeno del 5%. Si tratta, nel caso di queste tipologie, anche di una risposta ai gusti dei consumatori che stanno cambiano e che, sempre più chiaramente, privilegiano vini poco impegnativi e di piacevolezza immediata e, chiaramente, dalla disponibilità di prodotti dal rapporto qualità prezzo molto equilibrato.

22 marzo - Timori della Ue per la liberazione dei domini del vino. “La preoccupazione espressa dalla commissione agricoltura del parlamento europeo in merito alla possibile liberalizzazione dei domini web .wine e .vin da parte dell'Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers - organizzazione con sede a Los Angeles che si occupa della gestione e assegnazione, a livello mondiale, dei nomi dei dominio in internet) si è tradotta in una lettera che il presidente dell’europarlamento Martin Schulz ha inviato lo scorso mercoledì 19 marzo alla corporation statunitense". Queste le parole di Paolo De Castro, Presidente della Comagri dell'eurocamera, "abbiamo sottoposto all'attenzione del presidente - prosegue - il rischio che la liberalizzazione di nomi a dominio contenenti celebri indicazioni geografiche (chianti.wine, bordeaux.vin, rioja.wine) vengano utilizzati da imprese che nulla hanno a che vedere con i vini di qualità delle denominazioni indicate, rischio che si tradurrebbe in un'errata informazione al consumatore fuorviato dai domini utilizzati".

21 marzo - Monte dei Paschi di Siena sostiene i produttori del Consorzio Chianti Colli Senesi. Banca Monte dei Paschi di Siena rinnova il sostegno ai produttori del “Consorzio Chianti Colli Senesi” attraverso la sottoscrizione di una convenzione dedicata alle aziende vitivinicole associate presenti nella provincia di Siena. Il documento è stato firmato ieri a Siena dal direttore territoriale mercato BMps di Siena, Giovanni Ametrano, e dal presidente del Consorzio, Cino Cinughi de’ Pazzi. La convenzione prevede un pacchetto di misure ad hoc a condizioni agevolate, dedicate alle esigenze della filiera vitivinicola in un momento particolare per il mercato che richiede prodotti caratterizzati da sempre maggior qualità e che, quindi, presuppongono innovazione e attenzione crescenti in vigna così come in cantina. “La vitivinicoltura è uno dei settori cardine del sistema produttivo e dello stile italiano - commenta Giovanni Ametrano, direttore territoriale mercato BMps a Siena - che trova nella Toscana, e nelle Terre di Siena, uno dei suoi centri di eccellenza. Il sostegno a piccoli e grandi viticoltori è da sempre una delle mission di Banca Monte dei Paschi, che storicamente fonda le sue radici proprio nell’agricoltura e nella cura del territorio. Con questo accordo BMps continua a seguire le esigenze delle cantine e dei produttori locali per favorire gli investimenti che creano ricadute positive nell’indotto e fanno crescere le eccellenze”.

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