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Ricchezza e cultura del vino
Pubblicato il 24/01/2014
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Nel suo epico Catalogo dei Vini Doc & Docg Gino Veronelli, l’unico inventore della critica enologica in Italia, scriveva: “Ciascuno di noi italiani - anche chi non ha precisi interessi nel vino, addirittura anche l'astemio - ha qualche compiacenza nel sapere che la nostra Patria è stata definita per secoli Enotria ossia terra dei vini. Subito l'immaginario si accende all'infinito di distese collinari, di vigne verdi e rosse”. Il grande Gino lo raccontava con l’esperienza di aver girato pioneristicamente in lungo e in largo l'Italia alla scoperta delle realtà vitivinicole più interessanti e nascoste, battendosi per tutta la vita per far sì che il prodotto principe della Tavola italiana meritasse più attenzioni. A distanza di vent’anni da questo scritto non dovrebbe accadere, però, d’imbattersi in discussioni sul vino con persone che finiscono col mettere in evidenza la propria ignoranza in materia. Il Vino, oggi del tutto svincolato dal ruolo folcloristico che la cultura del Belpaese gli aveva assegnato, non merita tale disinformazione. Oltralpe anche l’uomo della strada conosce i gioielli enologici del suo Paese ed è ben capace di conversarne, a differenza di ciò che accade da noi dove il più delle volte ci si limita a parlare di vino in chiave pressappochistica del “un po’ di tutto e niente”.

La verità è che il vino italiano di qualità come fenomeno collettivo è nato negli anni Ottanta, pur passando attraverso tappe evolutive fondamentali come la legge 930 del 1963 sulle Denominazioni di Origine o la catastrofe dello scandalo del metanolo del 1986, e che si è fatto sempre poco sistema e troppe scaramucce da campanile perché si riuscisse a comunicarlo adeguatamente.

Noi di Bibenda, ritenendo il Vino un’importante Ricchezza del Paese, da 25 anni ci battiamo per favorire la crescita culturale del Vino italiano e internazionale di qualità, non solo attraverso numerosissime attività didattiche legate al mondo dell’enogastronomia - Vino, Olio Extravergine di Oliva e grandi Formaggi in primis - ma anche attraverso Corsi su pregiati Sigari e Distillati dal Mondo, Birre Artigianali e tanto altro ancora. Da noi, il vino non è appannaggio di pochi, ma patrimonio di tutti, indistintamente!

La foto è stata scattata alla dedica che Luigi Veronelli, in visita alla nostra sede di Roma il 19 gennaio del 2000, volle lasciare sul libro degli ospiti quale testimonianza della sua ammirazione nei confronti del nostro gruppo. 

Ecco la versione integrale del testo:

19 gennaio 2000
 
Antanni – tanti e tanti anni, da non ricordarne la data… - antanni è un neologismo – antanni fa, quando seppi della fondazione dell’AIS feci un sogno: nel 2000 non si sarebbero mangiate solo pillole e bevuto solo acqua, nel 2000 Sommelier giovani e capaci avrebbero offerto in luoghi d’indicibile bellezza i vini (divenuti grandi) della nostra Terra accoppiati a cibi altrettanto grandi e terragni. Oggi mi accorgo, qui, essersi il sogno realizzato e l’emozione è immensa.
 
Luigi Veronelli
 
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