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Quinque
Pubblicato il 10/01/2014
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Autentica e naturale. Due, gli aggettivi per descrivere la storia vitivinicola della famiglia di Agostino Uberti, produttore della Franciacorta. Autentica, perché il suo è il passaggio del testimone tra generazioni, a partire dal lontano 1793. Sin dal principio, la produzione, ottenuta dai 9 ettari di proprietà, era usata principalmente per l’uso giornaliero e per la trattoria di famiglia. L’ingresso in cantina nel 1980 di Agostino e della moglie Eleonora, figura chiave per lo sviluppo commerciale, ha portato alle attuali trasformazioni e ristrutturazioni. Contemporaneamente con il successo e il riconoscimento del territorio della Franciacorta, i coniugi Uberti in pochi anni sono entrati di diritto nell’elenco dei produttori più stimati ed autorevoli nell’interpretare e valorizzare zone, ancora poco conosciute, come Erbusco, Adro e altri piccoli paesi limitrofi. Al momento gestiscono cinque appezzamenti, distribuiti su oltre 24 ettari vitati, di cui la metà in affitto, poggiati su terreni collinari, ricchi di scheletro, molto magri, asciutti, ben esposti e costantemente ventilati. Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, sono i vitigni a bacca bianca utilizzati per la creazione sia delle prestigiose etichette spumante Metodo Classico sia di vini fermi. A questi si aggiungono altri prodotti ottenuti invece da uve a bacca rossa di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e varietà nazionali di Nebbiolo e Barbera.

Naturale, dicevamo, perché nei vigneti non vengono utilizzati fertilizzanti chimici ma solo concime organico, inerbimento spontaneo dei filari e trattamenti che si limitano al solo uso di rame e lo zolfo. Bassissime poi, in cantina, le dosi di solforosa. La raccolta delle uve viene leggermente ritardata in modo da ottenere vini più articolati e strutturati, dal carattere olfattivo e gustativo marcato. Per i prodotti a base spumante il processo di trasformazione inizia con le prime micro-vinificazioni in contenitori inox delle singole parcelle e prosegue con la seconda fermentazione o presa di spuma, che varia secondo le etichette. Abituali e costanti i mesi di permanenza sui lieviti per i prodotti Franciacorta, che partono dai trentasei mesi dei due Brut Francesco I e del Satèn Magnificentia, per passare ai circa sessanta mesi dell’Extra Brut Millesimato Comarì del Salem e terminare con i settantadue del Dosaggio Zero Sublimis Riserva. È in fase di sperimentazione anche un Franciacorta Nature. In questi ultimi anni in cantina, ad affiancare lo storico enologo Cesare Ferrari, è entrata Silvia, una delle due figlie di Agostino ed Eleonora, diplomata in Viticoltura ed Enologia all’Università di Milano. A piccoli passi, Silvia, dopo un periodo di esperienza attraverso personalità e aziende di livello (un ciclo di vinificazione in Champagne da Anselme Selosse, poi in Toscana da Poliziano, in Friuli nelle Vigne di Zamò e in Sicilia dal Barone di Villagrande), è entrata a pieno titolo nel controllo gestionale della cantina. Presentata lo scorso anno la prima edizione del Franciacorta Extra Brut Quinque Cuvée di 5 Vendemmie s.a., un progetto voluto e realizzato da Agostino. Il Quinque è un vino ottenuto solo da uve Chardonnay di cinque vendemmie totalmente diverse, in sequenza: 2002, 2003, 2004, 2005 e 2006. Dopo la raccolta, le uve delle diverse annate sono state fatte fermentare in recipienti di rovere naturale, lasciate sulle proprie fecce per circa sei mesi e dopo l’assemblaggio, la massa viene imbottigliata e lasciata per un periodo di circa settantadue mesi a contatto con i propri lieviti. Per la prima edizione sono state create solamente 2.450 bottiglie Magnum. In progetto, anche una cuvée di dieci millesimi (annate comprese tra il 2002 e il 2012), ed un’altra che unirà le uve di ben quindici raccolte. In degustazione il Franciacorta Extra Brut Quinque Cuvée di 5 Vendemmie s.a., si presenta con un colore giallo dorato, luminoso, percorso da bollicine fini e continue. Al naso sfodera un bouquet di grande nobiltà espressiva, dai rimandi eleganti di miele, nocciole tostate, pasticceria secca e mandorle. Lentamente apre a note più complesse e minerali, di pietra focaia, gesso, tutto su un risoluto sottofondo fumé. Palato determinato e profondo, ricco di classe, trascinante la lunga nota acida e sapida, con finale caratterizzato dai perfetti ritorni aromatici. Si abbina ad una tempura di crostacei e verdure o ad un trancio di baccalà con ravioli di porcini.

Uberti
Via E. Fermi, 2 - Loc. Salem 
25030 Erbusco (BS)
Tel. 030 7267476 
www.ubertivini.it 
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