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A Lipari non solo d’estate
Pubblicato il 08/11/2013
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Lipari, forse la più bella delle Sette Sorelle, figlie del Fuoco e del Vento, le sette isole che vanno a comporre l’arcipelago dove, secondo la tradizione omerica, Eolo, dio dei venti, aveva stabilito il proprio regno. Meta ambita per le vacanze estive, offre anche nei mesi autunnali attrazioni e spunti in grado di attirare l’attenzione dei turisti. I prossimi 9 e 10 novembre, ad opera dell’Associazione Terme di S. Calogero, si svolgerà la ventisettesima edizione della Sagra del pane e del vino; oltre agli assaggi della gastronomia locale, quest’evento offrirà la possibilità di partecipare alle espressioni tipiche del folklore isolano, come le gare contadine e le corse sugli asini; si potrà inoltre assistere alle dimostrazioni di antiche pratiche artigianali quali l’intrecciatura dei cesti e l’impagliatura dei fiaschi. Un ruolo centrale è ovviamente riservato al vino con la raccolta e la pigiatura dell’uva e le degustazioni… un’occasione da non perdere per conoscere i vini più rinomati dell’isola e le rarità che si annidano tra le pieghe di una produzione dalle radici millenarie. Infatti, accanto alla Malvasia delle Lipari passita o liquorosa, che rappresenta l’emblema dell’enologia locale, si stanno affermando altre tipologie di vini, con lavorazioni differenti ma da cultivar rigorosamente autoctone. È questo il caso del Nero Ossidiana della Tenuta di Castellaro.

Immersa in un panorama che le distese dei filari rendono ancora più scenografico, questa azienda è stata fondata da un imprenditore bergamasco col pallino del vino, Massimo Lentsch, che all’inizio del Duemila ha deciso di riversare capitali, tempo e passione nella riscoperta delle tradizioni enoiche e delle antiche varietà eoliane. Con la collaborazione di Salvo Foti, enologo siciliano specializzato in terreni vulcanici, ha condotto una capillare analisi microterritoriale, recuperato campi abbandonati ed effettuato un’accurata selezione clonale e massale dei vitigni. Il sistema di allevamento prescelto è stato quello dell’alberello con tutore di castagno, che consente una resa di poco meno di un chilo di uva per pianta, e il regime di coltivazione è strettamente biologico. I vigneti aziendali sono situati in contrada Castellaro, su un pianoro posto a 300 metri di altezza affacciato su Filicudi e Alicudi, e in contrada Cappero, su un lembo di terrazze a strapiombo sul mare, da cui si può ammirare Vulcano. La summa delle complesse caratteristiche del territorio liparota confluisce nel vino Nero Ossidiana, attualmente l'unico rosso dell’isola, a base di Nero d’Avola ma soprattutto di Corinto. Quest’ultimo vitigno, denominato da Plinio il Vecchio "uva marina nera", è di antichissima origine greca ed è diffuso, oltre che in Grecia (dove è chiamato Patras Currant o Kourenti), in Turchia e nelle Eolie; di scarsa vigoria, è caratterizzato da grappoli piccoli e compatti con acini minuti, dalla buccia spessa e pruinosa.

Il Nero Ossidiana di Tenuta di Castellaro è vinificato senza controllo della temperatura, con una lunga macerazione sulle bucce e con parte dei grappoli interi non diraspati. Una volta svinato, è travasato in botti usate dove permane per otto mesi; viene trasferito quindi in container di acciaio inox e non è sottoposto ad alcun procedimento di chiarifica, puntando solo sulla decantazione statica e sui ripetuti travasi per illimpidirlo. Nella prima annata prodotta, la 2008, sia l’olfatto sia il gusto sono profondamente influenzati dalle note iodate e salmastre indotte dalle brezze marine e da quelle minerali derivanti dalle tracce di ossidiana presenti nel terreno lavico. Risvolti fruttati, accenti terrosi e viva acidità completano il ritratto del Nero Ossidiana, un vino difficile da omologare, ampio, complesso e strutturato che non manca di agilità e lunga prospettiva di evoluzione.

Tenuta di Castellaro
Via Caolino - Località Quattropani
98055 Lipari
Tel. 035 233337
www.tenutadicastellaro.it
info@tenutadicastellaro.it
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