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Il Dolcetto di Claudio Alario
Pubblicato il 18/10/2013
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Alario è un nome che da oltre un secolo testimonia la storia enologica del piccolo paese di Diano d’Alba nella provincia di Cuneo. Dal 1900, e fino alla fine degli anni ottanta, la famiglia Alario si è adoperata per la coltivazione della vite e la vendita delle uve. Tre, le generazioni che si sono susseguite, operando sui territori collinari di Diano d’Alba, Serralunga e Verduno. È il 1988 l’anno che segna la vera svolta della piccola cantina, con l’ingresso del giovane Claudio, che contribuirà alla tenace opera di valorizzazione dei vigneti, iniziando a vinificare e ad imbottigliare per proprio conto. Al momento sono dieci gli ettari, due in affitto, impiegati per la produzione di varietà tipiche della zona, Nebbiolo, Barbera, ma soprattutto Dolcetto, vitigno su cui l’azienda ha concentrato inizialmente i suoi sforzi, divenendone in questi ultimi anni un’autorevole interprete. In vigna ceppi che vanno dai venti ai cinquant’anni di età, sistemati prevalentemente a guyot su terreni argillosi e calcarei, danno vita ad una produzione di oltre quarantamila bottiglie. La gamma proposta è articolata e comprende prodotti complessi, ben impostati, a cominciare dalle eleganti etichette di Dolcetto di Diano d’Alba, Costa Fiore e Montagrillo, lavorate solo in acciaio. Pregevole la Barbera d’Alba Valletta. Solidi e forti di temperamento i vini prodotti da uve Nebbiolo, il Cascinotto e i due Barolo, Sorano e Riva.

Vero campione di semplicità e piacevolezza il Dolcetto Costa Fiore 2009, eccellente millesimo per questo vino ottenuto con uve vendemmiate nella metà di settembre, da ceppi vecchi di cinquant’anni, circa 5.000 unità per ettaro e una resa massima di 60 quintali. Alla vista si presenta con un colore rosso rubino, scuro, di grande concentrazione. Il naso è ricco, di carattere, apre a profumi tipici del vitigno, di amarena, ciliegia e ribes rosso, seguiti da cenni floreali di viola e iris, nel finale poi è un lento succedersi di eleganti note speziate e minerali. In fase gustativa rivela una struttura giustamente equilibrata, ricco di estratto, ben sostenuto da una trama tannica raffinata e da una piacevole vena acida. Vinificazione in rotofermentatori termocondizionati, maturazione esclusivamente in acciaio. Il prodotto non viene filtrato. Si abbina ad un rotolo di coniglio con senape e porro di Cervere o ad un risotto mantecato al Raschera d’Alpeggio con sugo d’arrosto e riduzione di vino rosso.

Claudio Alario
Via Santa Croce, 23 
12055 Diano d’Alba CN
Tel. 0173 231808 
www.alarioclaudio.it 
aziendaalario@tiscali.it
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