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Dithyrambus, sorsi di pura poesia
Pubblicato il 05/04/2013
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Tra i vini del Basso Lazio ce n’è uno che vuole essere un sincero inno a Bacco, nel senso letterale della parola, si chiama infatti Dithyrambus, dell’azienda agricola Carpineti. Il ditirambo era un canto corale dell’Antica Grecia, risalente al VII secolo a.C., che veniva intonato in onore del dio Dioniso durante le processioni e le feste a lui dedicate, i Baccanali. In particolare erano le Baccanti, le sacerdotesse del culto, a declamare questo componimento, intessuto di lodi e invocazioni alla divinità, con l’accompagnamento di flauti e di cetre. Scaturito dall’euforia indotta dall’alcol, il ditirambo era spesso inserito nel contesto di una rappresentazione scenica interpretata dagli stessi componenti del coro, per questo è considerato dai filologi come la prima forma di teatro greco, antesignano di quella tradizione che avrebbe visto eccellere nei secoli successivi Eschilo, Sofocle ed Euripide.

Il vino Dithyrambus è il fiore all’occhiello della cantina di Marco Carpineti, una delle più innovative della zona di Cori, nella provincia di Latina. Votata dal 1994 alla coltivazione biologica, la tenuta, dopo i tre anni richiesti per la conversione, ha ottenuto il riconoscimento di “azienda biologica” da parte dell’organismo di controllo e certificazione per l’agroalimentare e l’ambiente “Suolo e Salute”. Nel Dithyrambus convergono grappoli di Montepulciano per il 60% e di Nero Buono per la restante parte, coltivati nel cru situato sul Colle Paolino. Grazie alla favorevole esposizione ai raggi solari e alle rese tenute basse, da questo vigneto si ricavano uve sane e ricche di estratti e di zuccheri, vinificate separatamente e assemblate prima del passaggio in legno che viene prolungato per due anni in barrique e in botti di varie dimensioni.

Benché sia facile pensarlo, l’impronta dionisiaca del Dithyrambus non risiede, o per lo meno non solo, nella ricchezza alcolica quanto piuttosto nel temperamento spavaldo e incontenibile che emerge dall’analisi organolettica: il liquido cremisi scivola grasso attraverso il calice, creando archetti stretti e consistenti. Il bouquet, dapprima etereo, sviluppa una complessità aromatica da fare invidia a vini ben più blasonati; avvolti in una sfumatura vanigliata e burrosa, si riconoscono fiori appassiti, frutta rossa surmatura, note muschiate, chiodi di garofano, rabarbaro, carruba e tostatura di caffè. La prova gustativa risponde alle suggestioni olfattive con pari intensità: l’assaggio cattura voluttuosamente il palato e i sensi nelle spire dell’alcol e della morbidezza glicerica; a dare mordente la fitta tessitura tannica e una sapidità tutta territoriale, specchio fedele del terreno di origine delle uve, vulcanico e ricco di scheletro, di tufo in particolare. Una maggiore freschezza avrebbe reso l’insieme più armonico ma nel turbinio di emozioni che il Dithyrambus scatena questa piccola defaillance possa quasi inosservata.

 

Marco Carpineti
S.P.Velletri-Anzio Km 14.300
04010 Cori (LT)
Tel. 06 9679860
www.marcocarpineti.com
info@marcocarpineti.com
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