Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
B come barbabietola
Pubblicato il 15/03/2013
Fotografia

Alzi la mano chi ha consumato barbabietole nell’ultima settimana, o anche nell’ultimo mese. Utilizzata da secoli e con grandi benefici nell’alimentazione umana, questa specie vegetale è oramai (purtroppo) un missing sulla nostra tavola, ed è utilizzata quasi soltanto dall’industria per estrarne zucchero. Beta vulgaris è il nome della varietà, appartenente alla famiglia delle Chenopodiacee e derivante da una specie spontanea (subspecie Maritima) sviluppatasi in duplice ambito, uno nel bacino del Mediterraneo e l’altro in Asia sud-occidentale. La Barbabietola è tradizionalmente utilizzata anche nell’alimentazione animale, anche se oggi fortemente ridimensionata da insilati di mais e pannelli di soia. La Barbabietola è ritenuta dai botanici una delle specie più particolari sotto il profilo genetico e per la capacità di adattarsi a cambiamenti climatici. Tra le diverse cultivar, merita menzione la nostra Chioggia, caratterizzata da anelli concentrici più chiari nella polpa e da un gusto di terra piuttosto pronunciato, dovuto a un elevato contenuto di geosmina. Dalle bietole opportunamente trattate si ricava circa il 45% della produzione mondiale di zucchero. Francia e Germania producono da sole quasi metà del quantitativo UE (rispettivamente, 35.493 milioni di tonnellate e 25.028 milioni di tonnellate), a sua volta il 12% della produzione mondiale praticata su ben sette milioni di ettari, guidata da Brasile e USA (che la utilizzano soprattutto per il biocarburante) assieme a Cina e India. nazioni UE che fanno registrare la produzione più alta, con una produzione di e rispettivamente, In Italia si assiste all’opposto a una contrazione delle superfici coltivate, scese nel 2010 a  poco più di 60.000 ha rispetto ai 250.000 del decennio precedente (Eurostat, 2010).

Le prime colture specializzate su scala nazionale decollano nel 1870-71, con l’inaugurazione dei primi zuccherifici a Rieti e Anagni. La produzione si rivela però fallimentare fino a quando si insiste con la semina in aprile e raccolta a inizio autunno. E l’industriale Maraini a trovare la soluzione, anticipando a marzo la semina, in modo da iniziare la raccolta ad agosto, evitando gli inconvenienti di rivegetazione e sosta sui campi. Nell’alimentazione umana, la Barbabietola si può consumare anche cruda, grattugiandola in una insalata, ma oggi è preferita la versione precotta, che evita l’inconveniente di macchiare quasi indelebilmente i recipienti di cottura a causa dell’alto contenuto in betacianina, un potente antiossidante rosso-sangue. Decisamente elevato il contenuto di Sali minerali quali magnesio, ferro e fosforo, oltre a vitamina C e complesso B, mentre la vitamina A si concentra piuttosto nelle foglie, assieme a fibre e acido folico. L’apporto di nitriti è inoltre benefico a livello cardiocircolatorio, migliorando l’afflusso di sangue ad esempio in zone del cervello che con l’età risultano meno irrorate: è dimostrato che una dose quotidiana di succo previene demenza senile e altre sindromi degenerative consimili. Anche la vista se ne avvantaggia, per l’alto contenuto di beta-caroteni e la protezione contro cataratta e degenerazioni della retina. Approfondite sperimentazioni condotte  fina dagli anni 50 dal medico ungherese Alexander Ferenczi ne hanno evidenziato il potere anticancro, di gran lunga superiore a quello di ogni altra specie vegetale. Del resto, già la farmacopea dell’antica Grecia e dell’Egitto riconosceva gli innumerevoli benefici della pianta, purtroppo in declino nelle abitudini alimentari odierne. Un consiglio per incrementare il consumo di Barbabietole in famiglia rendendola bene accetta anche ai bambini? Preparare un primo facile facile e gustoso come le Culottes rosées, cavallo di battaglia del glorioso Palmeries romano degli anni Ottanta. Trattasi di maltagliati a triangolo conditi con fettine di Barbabietola rossa e una base di panna (tipica di quegli anni, ma vantaggiosamente sostituibile con ricotta setacciata), da ultimare con una spolverata di pepe e Parmigiano grattugiato. Matrimonio perfetto con un Oltrepo Pavese Cruasé da Pinot Nero della Tenuta Mazzolino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA