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Solo il piccolo è bello?
Pubblicato il 02/11/2012
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In modo inevitabile, forse, il mondo del vino è spesso caratterizzato da schieramenti drasticamente contrapposti: la conseguenza immediata è sentirsi costretti a scegliere su quale barricata arroccarsi. Capita di frequente che le piccole cantine, i vins de garage, le aziende a conduzione familiare, gli artigiani del vino, insomma, siano automaticamente associati all’idea di qualità, quasi non sia possibile, o quanto meno sia molto difficile, che anche i produttori di grandi numeri raggiungano picchi di livello elevato.

Credo che l’apertura mentale debba essere alla base di chi affronta un universo così complesso come quello enologico. Così come è assurdo pensare che un vino sia ottimo solo perché frutto di agricoltura biologia o biodinamica, è addirittura ridicolo sostenere che solo le piccole cantine possano esprimere grande qualità.

Me l’ha ulteriormente confermato il bell’incontro che ho avuto con lo Champagne Pommery Cuvée Louise 1999, quando - nunc vino pellite curas! (Orazio, Odi I 7) - ho deciso di lenire le asprezze di una giornata particolarmente difficile scegliendo una bella bottiglia dalla mia cantina.

Il domaine Pommery si estende per 50 ettari coperti di edifici in stile elisabettiano e magnifici vigneti coltivati a giardino. Sedurre i visitatori era l’intento dichiarato di Louise Pommery, imprenditrice pigmalionica che nel 1858 aveva già compreso che l’industria del lusso doveva anche esprimere e sostenere l’immagine del bello. Dai 300 ettari di vigne, quasi tutte situate nei villaggi Grands Crus, vengono oggi plasmati dei vini che riflettono perfettamente lo stile voluto da madame Louise, la cui anima riesce ancora a palpitare in tutte le creazioni della maison.

Il capolavoro di Thierry Gasco, chef de cave dal 1992, è un saggio di arte enologica. Prodotta per due terzi con lo Chardonnay di Avize e Cramant e per un terzo con il Pinot Noir di Aÿ, perfezionata da 8-10 anni di permanenza nei 18 km delle caves di Reims, la Cuvée Louise 1999 si presenta con un perlage di finissima intensità intarsiato in un brillante tessuto dorato. Il raffinato impianto olfattivo è aperto da note vivide di pesca, fiori di glicine e miele, cui seguono dolci sentori di pasticceria e mandorle tostate, il tutto esaltato da una vibrante mineralità. Il sorso è sapido e cremoso, addirittura conturbante per freschezza, dinamismo e solido equilibrio. Finale incantevole, dalla lunga persistenza agrumata. Più agile che corposo, probabilmente non si distenderà in un’evoluzione decennale, ma è una vera e propria delizia. Dunque “perché attendere le lucerne? Il tempo è breve” (Alceo, fr. 346 LP).

Vranken-Pommery
5 Place General Gouraud
51100 Reims, France
www.vrankenpommery.it
press@vrankenpommery.it
 

 

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