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Nosiola
Pubblicato il 05/10/2012
Fotografia

Di tutte le varietà a bacca bianca che costituiscono il patrimonio ampelografico del Trentino la Nosiola è l’unica autoctona ed è localizzata esclusivamente in due aree: la prima è la Valle dei Laghi, a ovest di Trento, dove i terrazzamenti dei vigneti (chiamati “frate” nella zona del Lago di Toblino) assecondano le anse del fiume Sarca fino a lambire il Lago di Garda. In questa parte della regione le vigne, a partire da aprile, godono dei benefici influssi del vento Ora del Garda che spira per diverse ore al giorno da sud verso nord, mitigando le asperità del clima. La seconda enclave d’elezione della Nosiola si trova sui contrafforti collinari che circondano Pressano e Lavis, a nord del capoluogo trentino; qui i filari si spingono fino a 500 metri s.l.m. e rivelano buona adattabilità alle forti pendenze e ai terreni asciutti.

Da sempre in ombra rispetto alle varietà internazionali e confinata per lo più nelle osterie e nei ristoranti del territorio, la Nosiola solo dagli anni Settanta sta conoscendo una fase di rivalutazione e attualmente occupa 100 ettari del vigneto regionale, un’estensione comunque irrisoria rispetto al totale della superficie vitata. I vignaioli per tradizione hanno privilegiato le uve adatte alla spumantizzazione e non hanno mai posto molta fiducia in questo vitigno difficile da coltivare, dalla maturazione tardiva, non costante nella resa, facilmente marcescibile e, tra l’altro, non pagato adeguatamente dalle cooperative. Ciononostante alcuni produttori, primo tra tutti Giuseppe Fanti, hanno creduto con caparbietà nelle potenzialità della Nosiola e sono riusciti a ricavarne ottimi vini secchi che si affiancano al più famoso passito del Trentino, il Vino Santo, ottenuto da grappoli della stessa varietà essiccati su graticci di canne.

 

L’azienda Pojer e Sandri rientra nel novero delle cantine che hanno ottenuto i migliori risultati con la Nosiola grazie anche alle innovative tecniche di vinificazione: la pressatura soffice infatti viene svolta in assenza di ossigeno, in “iper-riduzione”, per garantire la conservazione degli aromi varietali e preservare gli antiossidanti naturali contenuti negli acini, tra cui il glutatione, con conseguente diminuzione dell’uso di anidride solforosa.

Felicemente abbinata a una tagliata di tonno al balsamico, abbiamo provato la Nosiola Igt Vigneto delle Dolomiti dell’annata 2009, apprezzabile già a partire dal colore paglierino intarsiato di riflessi verdolini. L’impronta olfattiva è apparsa subito minerale, giocata tra la pietra di sale e la polvere di gesso a cui si sono mescolati, timidamente, fiori di camomilla, erbe di montagna e nocciole tostate. Ma è soprattutto nel palato che questo vino ha svelato la sua malia, offrendo una mineralità pari a quella intercettata dal naso, un’acidità perfettamente integra e un’adeguata morbidezza, nonostante il moderato tenore alcolico (12%). Immancabili e ben riconoscibili in scia le sfumature di frutta secca che rappresentano il marchio distintivo del vitigno.

Pojer e Sandri
Via Molini 4
38010 Faedo (TN)
Tel. 0461 650342
www.pojeresandri.it
info@pojeresandri.it


 

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