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Il Roscetto
Pubblicato il 05/10/2012
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Nel territorio di Montefiascone, comune della provincia di Viterbo, si sta assistendo alla rinascita di una piccola risorsa importante per lo sviluppo vitivinicolo, l’identificazione ed il riconoscimento dell’intera zona, il Roscetto. Da circa un decennio, questo antico vitigno inizia a distinguersi per la realizzazione di vini strutturati, eleganti e dal ricco profilo aromatico. È una varietà a bacca bianca presente principalmente nel Lazio, qualcosa in Umbria, Puglia e poi nel nord, in regioni come Veneto e Lombardia. Poco considerato fino a qualche tempo fa, vista la scarsa produzione per pianta e la bassa resa in vino, lo ritroviamo, in primo luogo, nella zona nord laziale al confine con l’Umbria, diffuso su una modesta superficie di territorio. Le sue origini, pare, derivino dalla Francia e strettamente legate al periodo in cui Viterbo, nel 1257, fu sede pontificia. Da allora è presente in zona, come testimoniano, appunto, alcuni documenti dell’epoca e dei secoli successivi, che elencano alcuni vini laziali realizzati proprio con le uve Roscetto. Studi effettuati sul Dna del vitigno hanno dimostrato, comunque, che le sue origini derivano da una famiglia di uve Greco, ed il suo nome sembra sia legato al colore della sua buccia che, in fase di maturazione, passa dal verde, al giallo fino ad assumere una singolare tonalità di rosa.

Dalla metà degli anni Ottanta sono cominciate le prime vere sperimentazioni sulle caratteristiche ampelografiche del vitigno, esaminando le foglie, il grappolo e gli acini di una ventina di genotipi selezionati. Assai significativi sono stati i risultati ottenuti, da cui poi sono state realizzate varie schede descrittive e individuati quattro differenti biotipi nell’ambito della stessa varietà.

Il Roscetto ha un grappolo di medie dimensioni, dotato di una foglia media e di grandi dimensioni, dalla buccia spessa e molto pruinosa, di colore giallo intenso che, come dicevamo, con la maturazione tende ad un colore leggermente più scuro. È un vitigno che subisce l’attacco della muffa nobile, la botritys cinerea, capace di dare in particolari annate vini dolci di grande intensità e freschezza. Pochissime le aziende che realizzano vini derivanti da questa varietà, la più nota ed importante della zona è senza alcun dubbio Falesco, fondata nel 1979 dai fratelli Renzo e Riccardo Cotarella, enologi tra più conosciuti ed apprezzati nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale. Riccardo, in particolare, ha iniziato una fase di sperimentazione incentrata sullo studio dello spessore della buccia del Roscetto, componente fondamentale nel determinare il carattere di un vino. Da lì a poco nasce, l’Est! Est! Est! di Montefiascone Poggio dei Gelsi, realizzato nel 1989 e ottenuto da uve Roscetto al 15%, ora si è arrivati al 40%, poi Trebbiano e Malvasia Bianca. Per gli anni a venire, invece, vista l’eccellente peculiarità del vitigno ad adattarsi a questi terreni di natura sabbiosa, ricchi di residui di lava, poi fosforo e potassio, si è deciso di realizzare altre tre etichette monovitigno: una versione secca, il Ferentano, una versione dolce, il Passirò e per finire una novità spumante Metodo Classico.

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