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Non solo Brunello
Pubblicato il 15/06/2012
Fotografia

Benché nata recentemente, “solo” nel 1993, la tenuta Le Potazzine si è proiettata in breve tempo tra le realtà più interessanti della zona di Montalcino, grazie alla guida sapiente e alla mano esperta del suo fondatore, Giuseppe Gorelli. Perito agrario ed enologo, si è fatto le ossa nell'azienda del padre Le Due Portine e ha collaborato per diversi anni col Consorzio del Brunello di Montalcino in qualità di tecnico; quando poi ha deciso di creare un’azienda tutta sua, le ha dato questo nome, usato localmente per definire le cinciallegre, che rappresentano il logo della casa e campeggiano su tutte le etichette, rendendo le bottiglie subito riconoscibili.

Il vigneto di Le Potazzine è costituito da 5 ha coltivati esclusivamente a Sangiovese, suddivisi in due siti con modulazione collinare, altitudine e orientamenti diversi: tre ettari sono situati a 500 metri s.l.m. in località Le Prata, e sono esposti a sud-est; gli altri, messi a dimora nel 1996, si trovano a 320 metri s.l.m. nel lembo meridionale del distretto montalcinese, vicino a Sant'Angelo in Colle, in località La Torre, con esposizione a sud-ovest. Giuseppe Gorelli ogni annata riesce a calibrare le migliori caratteristiche di entrambe le zone: l’eleganza e i profumi delle uve coltivate presso Le Prata con la struttura e il corpo di quelle coltivate più a sud.

La linea di produzione consta, oltre al Brunello e al Brunello Riserva, del Rosso di Montalcino e di un Igt, Le Potazzine, sempre a base Sangiovese, tutti accomunati dalla tipologia di fermentazione che avviene spontaneamente, senza l’aggiunta di lieviti selezionati, sfruttando solo l’azione di quelli indigeni.

Di questi abbiamo provato il Rosso di Montalcino 2005, un’annata non facilissima, fiaccata dalle piogge torrenziali che, dopo un’estate tendenzialmente asciutta e fresca, hanno interessato l’intera denominazione proprio nel periodo della vendemmia. Ciononostante il risultato finale è rimarchevole, affascinante nelle calde nuance granato e magniloquente negli aromi iniziali di rose selvatiche e violette, seguiti da una profusione di frutti rossi maturi, ciliegie su tutti. Dopo una breve ossigenazione affiora una fitta tessitura speziata, seguita da sandalo indiano, zolla di terra smossa, foglie di menta e ancora pelle conciata e tabacco balsamico, espressi nel complesso con impareggiabile nitore e intensità. Già dopo l’olfattiva è forte la tentazione di accostarlo al fratello maggiore, idea che si rafforza al primo assaggio: le diverse voci - robusta del tannino, sostenuta dell’alcol e vibrante dell’acidità - viaggiano all’unisono, restituendo una coralità gustativa in cui è quasi impossibile distinguere l’una dall’altra; solo in scia si svincola, con lucidità ma senza stonature, un acuto minerale che farebbe invidia a un Borgogna. Domina il palato prepotentemente ma è un dolce sopruso nel quale neanche il salame di cinta senese e il pecorino di Pienza, con cui l’abbiamo accompagnato, riescono a interferire.

Tenuta Le Potazzine
Loc. Le Prata, 262
53024 Montalcino Siena
Tel. 0577 846168
www.lepotazzine.it‎
tenuta@lepotazzine.it

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