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A come acqua minerale
Pubblicato il 09/03/2012
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Preceduta solo da Emirati Arabi e Messico, l’Italia è terzo leader mondiale per i consumi di acque minerali, con una media pro-capite di 200 litri annui, che incidono per circa 320 euro sulla spesa alimentare di un nucleo familiare tipo. L’ultimo rapporto Beverfood parla di 12,5 miliardi di litri imbottigliati, per un giro d’affari complessivo di 2,3 miliardi di euro, un business colossale ed estremamente remunerativo, in mano a un ristretto numero di holding che controllano più marchi. Un litro di acqua minerale costa al consumatore quanto circa 1000 litri di acqua del rubinetto, ma l'ascesa della minerale (quintuplicata rispetto ai 40 litri del 1985) continua irresistibile, dettata da ragioni di gusto e salute e favorita dal bisogno indotto da agguerrite campagne pubblicitarie. In realtà molte acque di rete sono buone, anzi, ottime, a patto semmai di farle scorrere un po’ per eliminare eventuali tracce di cloro; e sono ecosostenibili, perché azzerano i costi d’imbottigliamento e trasporto, sia per il vetro sia per il PET. Sarebbero inoltre più sicure, soggette per legge a controlli quotidiani, molto più severi di quelli previsti per le acque in bottiglia, controllate solo alla sorgente e all'imbottigliamento, ma non al momento del consumo. Le minerali, però, trionfano su tutta la linea, e non solo per l’appeal dell’etichetta o per le proprietà salutistico-medicinali, ma in buona misura per la possibilità di variare e concedersi facoltà di scelta, a costi tutto sommato ancora molto convenienti rispetto ad altri paesi europei (vedi Germania, con trenta acque a denominazione di origine). Il consumatore ha ormai imparato che le acque non sono tutte uguali: tra piatte, effervescenti naturali e frizzanti, e tra minimamente mineralizzate con residuo fisso inferiore a 50 mg/L, oligominerali tra 50 e 500 mg e minerali con residuo superiore a 1500 è già una bella escalation di sensazioni tattili, acide e sapide, che in una carta delle acque ideale dovrebbero armonizzarsi con le varie pietanze. Fondamentali, a tale proposito, il ph, e le prerogative gustolfattive legate alla concentrazione di specifici sali minerali, per cui si distingue fra acque bicarbonato-calciche, solfate, clorurate, magnesiache, ferruginose e perfino radioattive!

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