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Per Domenico Clerico
Il ricordo e il cordoglio della Fondazione Italiana Sommelier e di tutta la Redazione di BIBENDA per la perdita di Domenico Clerico, il grande produttore mancato domenica 16 luglio 2017.
Pubblicato il 17/07/2017
Domenico ClericoDi Domenico ricordiamo la stretta di mano. Cordiale, e ruvida, di chi in vigna ci sta sul serio. E i riccioli, tanti, da cherubino canuto, gli occhi un po’ malinconici, ma vispi e pieni di curiosità in mezzo alle rughe, la simpatia istintiva, l’aria un po’ stralunata di chi dà ascolto al bambino che ha dentro, come un novello Saint-Exupéry appena atterrato col suo aeroplan servaj. Per convincersene, basta leggere la lettera in apertura del suo sito, che inizia con “Caro Papà” e prosegue chiedendo scusa al genitore che lo ascolta dal cielo se lui non si accontenta di vendere frutta al mercato, e vuol fare grande vino, assieme alla sua Giuliana. Quarant’anni fa Domenico realizza il suo sogno, acquistando un piccolo appezzamento nel cuore della Bussia, da cui produce il primo Barolo, Briccotto Bussia. Poi è la volta della Ginestra, dalla quale nascono i Barolo Ciabot Mentin e Pajana. La quaterna diventa cinquina nel 1995, col Percristina (intitolato alla figlioletta, scomparsa a sette anni) dal cru Mosconi. Ed è bingo nel 2006, con l’Aeroplanservaj di Serralunga. Domenico è oramai una celebrità a livello mondiale, ma resta genuino e puro nell’animo. Porta a termine una nuova cantina che, in mancanza di figli, afferma di voler dedicare al paese, a quanti l’anno seguito e amato. Va avanti come un carro armato, “nonostante le difficoltà che la vita ci riserva”, malgrado la malattia che lo aggredisce, ma non ne fiacca nemmeno per un attimo la voglia di fare, e di farlo bene. Sempre con simpatia, umanità e comunicativa profonda, qualità solitamente piuttosto rare fra le genti di Langa, sempre spendendo ogni sua energia per un unico scopo: tenere alto il nome del Barolo, dalla vigna fino alla bottiglia, al tempo stesso umanizzandolo, rendendolo più vicino al cuore della gente comune.
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Domenico, grande uomo del vino a tutto tondo, sapeva creare vini dal forte carattere senza rinunciare al candore, alla semplicità e alla simpatia innata che lo distinguevano. Serio e concreto nei fatti, eppure così gioviale nei modi, faceva a volte pensare a un Macario dei vignaioli! (Walter Massa, Vigneti Massa, Monleale)
 
Fragile e forte al tempo stesso, Domenico viveva e lavorava intensamente; ma aveva bisogno del contatto con la gente. Anche per questo, e per istintiva bontà d’animo, era sempre pronto e disponibile a dare una mano, a sostenere i giovani, a entusiasmarsi a nuovi progetti!
(Mara Bione, Osteria ai Binari, Asti)
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