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Le poesie di Gabriele
Opera prima in versi di un nostro affezionato Sommelier.
Pubblicato il 23/06/2017
Gabriele lo incontri sempre all’ingresso dell’albergo (quando è il suo turno), ti guarda sorridente mentre ti apre le porte e anche il cuore, questo trasmette.
Il suo cuore l’abbiamo ritrovato nero su bianco su alcune pagine ben scritte con la penna non a inchiostro, ma caricata a sensibilità. Senza stravaganza, con molta semplicità, ha chiamato questa raccolta “Accenni – Quaderno Primo”.  Beh, noi auspichiamo il Secondo, il Terzo e tanti altri ancora, per provare di nuovo a immergerci nelle sue emozioni che diventano le nostre. Qui riportiamo un paio di sue poesie che ci hanno particolarmente toccato, una perché l’argomento è affine ai nostri interessi, l’altra per la sua “violenta” delicatezza.
(Sapori)
(Sapori)
L’Eterno appartiene
all’uomo e alle cose
ma ciò che differenzia l’uomo
è che ne pregusta l’aroma.
Le cose invece
ne sono ornamento.
(Piume)
(Piume)
Stanze.
Come passero bagnato
al riparo sotto grondaie
delle sue finestre,
una mite corrente d’aria
spesso mi invita
ad entrare.
Avvolto nel torpore
si asciugano le deboli piume,
poi, poi volo via
per tornare a sera
con un petalo nel becco.

ACCENNI - Quaderno Primo Gabriele Merlo
L’autore si guadagna da vivere come bell boy all’hotel Rome Cavalieri, sede storica della Sommellerie romana.
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