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A come avocado
Pubblicato il 24/02/2012
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Dall’azteco “ahuacatl”, testicolo, per la forma e le presunte virtù afrodisiache. Il progenitore selvatico è stato individuato alle pendici del vulcano Orizaba, nel Messico Meridionale, da dove poi si sarebbe diffuso nel centro America, in area andina e, molto più tardi, in Brasile. Da Chan Chan (il più esteso sito archeologico preincaico, in Perù) proviene una brocca in forma di avocado databile intorno al 900 a.C. I primi occidentali a descriverlo sono gli spagnoli Martin Fernandez de Enciso, autore nel 1518 di un’importante Suma De Geografia, e Fernandez de Oviedo che, assaggiatolo durante il viaggio in Colombia, annota: “al centro del frutto vi è il seme, e tutt’intorno la parte commestibile, abbondante e pastosa come burro, assai gradevole di sapore“. Anche il seme era prezioso, seppure per scopi non alimentari: se ne ricavava, infatti, un indelebile inchiostro bruno rossiccio usato per la stesura di documenti ancor oggi, a distanza di secoli, perfettamente leggibili. Alla metà del Cinquecento Pedro de Cieza de Leon lo ribattezza aguacate, e ne descrive le coltivazioni a Panama, Ecuador, Colombia, e Perù (dove è noto col nome locale di Palta), mentre Francisco Cervantes Salazar lo elenca tra i frutti venduti al mercato di Tenochtitlan (antico nome di Mexico City). A partire dal Seicento prevale la forma anglicizzata avocado, divulgata da Sir Henri Sloane, mentre William Hughes, archiatra di re Carlo II, riafferma nel 1672 le virtù afrodisiache di quella che ancora chiama “pera spagnola”: “Nutre, fortifica e giova alla mente, eccitando oltremodo la bramosia dei sensi”. Un altro nome gergale del frutto è “burro del marinaio”, perché ai tropici l’avocado è talmente abbondante che le genti di mare lo spalmano sulle gallette come succedaneo del burro. Nell’Ottocento la pianta (classificata come Persea Americana, famiglia delle Lauracee, la stessa di cannella, canfora e alloro) è acclimatata in tutti gli orti botanici, coltivata anche a scopo ornamentale. Piantagioni di avocado vengono diffuse in Florida, ove il frutto assume il nomignolo di "alligator pear”, e successivamente in California; ed è qui che viene messa in atto una prima selezione genetica dando impulso alla varietà Fuerte, la più adatta per ricostituire le piantagioni californiane, distrutte dalla grande gelata del 1913. Leader produttivo è oggi il Messico, col 32% della produzione, seguito da Cile, Usa, Indonesia, Sudafrica e Perù, quest’ultimo intento a scalare rapidamente le posizioni, mentre in ambito mediterraneo è rilevante la produzione di Israele. Con la polpa dell’avocado e succo di lime si prepara nel mortaio detto molcajete la popolare salsa guacamole, servita con tortillas nelle taquerias; ma l’avocado a cubetti è ottimo anche nelle insalate verdi o di riso, oppure come contorno di petto di pollo o gamberetti appena scottati.  In cosmetica, l’olio di avocado estratto a freddo è un concentrato di fitosteroli e vitamine, potente rigeneratore cellulare per pelle e capelli.

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