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A come Annurca
Pubblicato il 17/02/2012
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A frutto piccolo, mediamente sui 100 grammi con epidermide rosso-striata e cavità peduncolare rugginosa, in un concorso di bellezza tra mele non risulterebbe né la più bella né la più appariscente. Ma è preferita da molti, per la polpa bianca e croccante, piacevolmente aromatica, in aureo equilibrio tra dolcezza e acidità. A buon diritto è definita “regina delle mele” per il lignaggio nobile e antico, originario del napoletano. Ne cita l’origine G. Battista Della Porta, autore del “Suae Villae Pomarium”(1583): “Le mele che da noi vengono da Pozzuoli sono con la corteccia tutta rossa, in modo da sembrare macchiate di sangue e di dolce sapore. Nell’estrema maturità si anneriscono come le more, volgarmente dette mele Orcole”. E l’ascendenza puteolana è ribadita dal francescano Nicola Columella Onorati: “le mele Orcole di color rosso e di sapore dolce vengono da Pozzuoli”, in accordo col “Manuale di Arboricoltura” del Pasquale che riferisce: “la mela annurca è ancora la più comunemente usata a Napoli, e propria delle sue campagne. Fra tutte la più deliziosa. Nel resto delle provincie meridionali manca o vi è rara”. Ma l’annurca è di molto più antica, ed è inequivocabilmente rappresentata negli affreschi superstiti di Pompei (Casa di Castore e Polluce, Casa di Meleagro, Casa del Vetti) ed Ercolano (Casa di Poseidone e Anfìtrite). Proprio il peculiare legame millenario col territorio le è valso nel 2006 il marchio di tutela Igp. Tra le caratteristiche uniche che la Annurca o Melannurca Campana Igp deve possedere per disciplinare, vi è un’elevata acidità titolabile, pari a 9 meq/100 ml al momento della raccolta, a fronte di un grado brix di 13° Bx. Ma poiché la mela Annurca è caratterizzata da peduncolo debole e corto che, quando le mele sono mature, tende a spezzarsi, provocandone la caduta, è prassi comune la raccolta anticipata a ottobre, seguita da due mesi di sosta per l’“arrossamento” su graticci di paglia detti “melai”, ove i frutti vengono periodicamente rigirati per poi essere finalmente immessi sul mercato, con valori di acidità calati a 5,4 meq/100 ml con grado minimo brix di 13,7. Il nome Annurca deriverebbe secondo alcuni da Mala Orcula, in quanto prodotta intorno all’Orco ovvero al Lago d’Averno, nell’area di Pozzuoli, oppure dal latino “indulcare” (addolcire). L’area tipica si estende da Giugliano e Campi Flegrei in provincia di Napoli alle Valli Telesina e Caudina nella provincia di Benevento, fino a Maddalonese, Teano e Aversa in provincia di Caserta, oltre a una piccola area del salernitano (San Mango Piemonte). Contiene in buona percentuale vitamine A e C e acido malico, oltre a fibre e sali minerali quali ferro, fosforo, zolfo e potassio. Possiede naturale azione anticolesterolo e, per il basso indice glicemico, è indicata per i diabetici.

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