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Franz Haas e la viticoltura in altitudine
Un po' come Don Chisciotte, il nostro produttore sta combattendo una battaglia importante contro la realtà delle leggi e delle istituzioni. Testardo, tenace e folle combatte per ciò che è un suo diritto, fare il vignaiolo di montagna.
Pubblicato il 26/10/2016
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Don Chisciotte della Mancia, opera spagnola di Cervantes conosciuta a livello mondiale, sottolineava l’inadeguatezza della nobiltà del 1600 a fronteggiare i nuovi tempi che correvano in Spagna, un periodo quello caratterizzato dal materialismo e dal tramonto degli ideali (un po’ come sta avvenendo nel nostro tempo). Il folle personaggio di Don Chisciotte ancora duellava con la spada in un periodo, dove era stata inventata la polvere da sparo. L’autore volle ridicolizzare l’opinione comune che aveva la gente di questi eroi immaginari, inesistenti e di pura fantasia contro invece i reali soldati. Purtroppo la realtà annulla l’immaginazione, annulla i sogni, le proprie aspettative, la realizzazione di un progetto o un angolo di esistenza con cui l’uomo si identifica. Così nel Don Chisciotte ogni cosa può essere soggetta a diversi punti di vista come l’esempio dei famosi mulini a vento che lui vede come dei giganti, quindi di difficile superamento. Ecco come Franz Haas sta combattendo una battaglia importante contro la realtà delle leggi e delle istituzioni sentendosi forse un po’ come Don Chisciotte: testardo, tenace e folle per ciò che è un suo diritto, quello di fare viticoltura ad altitudini elevate.
 
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Giunto alla settima generazione di una famiglia con tradizioni che risalgono al 1880, Franziskus Haas sostiene una filosofia produttiva che fonda le basi su un prezioso desiderio di progredire, di guardare avanti, di cambiare essendo egli stesso sensibile agli inesorabili e naturali cambiamenti climatici che invece compromettono la qualità dell’uva. È per questo motivo che Franz, dal 2000, ha iniziato a capire che una possibilità di salvezza e di sviluppo, con ottimi risultati, l’avrebbe potuta avere da terreni che si fossero ubicati più in alto, puntando ad altitudini elevatissime fino ai 1150 mt. s.l.m. e più precisamente con i terreni di Aldino. Ma c’è un ostacolo ed ecco la premessa.
Franz HaasIn Alto Adige, fino a pochi anni fa, vigeva una legge che vietava nuovi impianti di vigneti sopra i 500 metri di altitudine. Nel 1999 Franz Haas intanto si stava accorgendo che le vendemmie erano cambiate a causa dei fattori climatici; così ha iniziato a prendere coscienza del grande cambiamento climatico perché, quando lui era bambino, la vendemmia avveniva in Ottobre mentre, con le ultime annate, si è anticipata a fine Agosto. Ecco che il Signor Haas ha iniziato a reagire. La sua reazione fu quella di provare a impiantare nuovi vigneti a un’altitudine superiore perché l’unico modo per preservare la qualità dell’uva, e alla fine la qualità del vino, era quella di salire più in alto con la coltivazione andando su di altitudine. Dunque compera i diritti di impianto e affitta i terreni per impiantare nuove viti, però viene bloccato perché c’è appunto una legge in Alto Adige che vietava l’impianto di nuovi vigneti al di sopra di 500 metri di altitudine. Legge sciocca contro la quale Franziskus si è opposto con tutte le sue forze con una battaglia iniziata nel 2000 e che, a oggi, non si è ancora del tutto conclusa.
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Nel 2000 l’Assessorato alla Agricoltura gli consigliò di circumnavigare il problema dimostrando che sopra i 500 metri si poteva benissimo coltivare la vite con ottimi risultati e consigliò al Signor Haas di presentare un’inchiesta dove fosse messo nero su bianco, il suo nuovo lavoro in fase del tutto sperimentale. Ecco che Franz impianta 13 vitigni su mezzo ettaro di terreno per questa sperimentazione che ovviamente dà subito dei risultati sorprendenti ma che purtroppo non sarà sufficiente a cambiare la famigerata legge. Solo nel 2010 tale legge fu finalmente cambiata ma anche in quell’occasione concordarono a 900 metri s.l.m. e non di più. Così Franz Haas ricomincia e pianta 4,5 ettari. Due anni dopo, nel 2012, liberalizzano la “legge dell’altitudine” e quindi Franz chiede di poter piantare il Pinot Nero con un altro mezzo ettaro di terreno. Nel frattempo, a Febbraio 2015 arriva al Signor Haas una comunicazione che portava in calce l’elaborazione di una formula agronomica che asseriva che i vigneti coltivati in luoghi estremi, a una certa altitudine, dovevano avere dalla loro, condizioni climatiche ben precise quali: l’esposizione in un certo modo, i venti, il cielo, il sole, il suolo e altri fattori. Tale formula agraria conteneva anche un numero che asseriva quali terreni fossero vocati a essere vigna e quali no. Il mezzo ettaro di Pinot Nero diventa Doc mentre tutti gli altri 12 ettari, che facevano parte di questo progetto, vengono automaticamente estromessi. Così dei 12 ettari totali di terra, solo una piccola parte sono coltivati a vigneto, sui rimanenti non glieli lasciano nemmeno impiantare. Ecco la battaglia ancora aperta ed ecco la similitudine con Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento.
FotografiaOggi Franz Haas è arrabbiato, vorrebbe andare a Bruxelles a presentare il caso, così interpella uno studio di avvocati per questa formula agronomica e il Prof. Fregoni, grande scienziato e docente di Viticoltura presso l’Università Agraria di Piacenza. Quest’ultimo fa una relazione scientifica sul vigneto di Pinot Nero impiantato oltre i 1150 metri nel comune di Aldino, dove accerta che “l'impianto del vigneto è stato eseguito correttamente nei confronti del rispetto dell'ambiente, in particolare per quanto concerne la stabilità del suolo e la corrivazione idrica superficiale”. Franz interpella anche il Prof. Attilio Scienza e Il Prof. Mariani per una perizia sui suoi terreni in altitudine i quali sottoscrivono che Aldino, a 1150, è un ottimo luogo dove piantare Pinot Nero, avendo calcolato l’attitudine climatica e avendo preso come stazioni di confronto Reims nella Champagne e Beaune in Cote d’Or. La CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) ha espresso il suo giudizio a riguardo:

“Lo spumante trentino. Non è un caso che i migliori vini spumanti si ottengano intorno al 49° parallelo Nord (vicinanze di Epernay in Champagne) e al 50° che lambisce le colline di Geisenheim in Germania. In queste condizioni climatiche le uve mantengono un buon livello acidico (fondamentale per la tenuta del vino spumante), accompagnato da aromi freschi e fruttati. Vi è poi da considerare il rapporto altitudine-latitudine, stimato in 160-170 m in più per trovarsi in condizioni climatiche simili a quelle di un grado di latitudine in meno. In quota inoltre la maggior componente ultravioletta, promuove il metabolismo della pianta che è portato verso la sintesi di polifenoli (vedi attivazione dell’enzima fenil alanina, prima tappa verso la sintesi polifenolica), mentre le basse temperature notturne stimolano la sintesi dei composti aromatici (soprattutto benzenoidi e terpeni). Tutte queste informazioni sono perfettamente confermate dall’analisi dei vini e delle uve dell’Azienda Franz Haas dove l’acidità a fine fermentazione si mantiene su valori superiori a 7 g/L con una espressione alcolica intorno ai 12°alcolici.”
Quindi perfetto, tutto perfetto, perché le analisi del vino base spumante di Pinot Nero fatto a 1150 metri di Franziskus sono perfette.
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Gli avvocati oggi dicono al Signor Franz Haas che, stando così le cose, portando tutti i suoi dati in Tribunale, vincerebbe di sicuro la causa, perché Franz ha in mano argomenti validi per cambiare definitivamente la nuova “postilla” (se vogliamo chiamarla così) della vecchia legge.
Intanto i vari istituti hanno già avvicinato il Signor Haas per distoglierlo dal tentare di fare ricorso, faccenda, quest’ultima, che comunque lui stesso non vuole, perché capisce e sa che ciò potrebbe nuocere alla viticoltura altoatesina. Solo un’Istituzione tra le tante, gli sta consigliando di fare ricorso, perché solo in questo modo si può creare un precedente attraverso il quale le altre aziende potranno in seguito appellarsi.
Bisogna dunque giocare d’anticipo e andare contro vento in modo da poter prendere alle spalle quei famosi mulini.
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FRANZ HAAS
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