Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Neve, what else?
Pubblicato il 10/02/2012
Fotografia

In questi giorni di allarme e di tormenta non riesco pensare alla neve come a una nemica da cui rifuggire. Pur amando visceralmente il senso di eterna libertà profuso dall’infinito del mare, la mia infanzia e i ricordi più belli di essa sono indissolubilmente legati alla neve. Gli inverni in Val di Susa e i filari ghiacciati di Avanà non erano soltanto uno spettacolo, erano il premio che la natura ci regalava in cambio della lunga attesa. Era normale passeggiare tra muri di neve e improvvisare piste da sci dietro casa. Nelle Langhe, poi, la gita invernale stampava negli occhi e imprimeva nella mente lo scenario del sonno del Re Nebbiolo, dormiente sotto una coltre bianca che pareva un manto di ermellino. La “fioca”, la neve, protegge, dicevano i vecchi saggi vignaioli. E oggi? Nel marasma generale le maggiori lamentele arrivano da chi per pochi centimetri di neve spacca le ruote del SUV con improbabili catene, o da chi non riesce a ipotizzare di fare un chilometro a piedi dimenticando che oltre al “tacco 12” esistono anche le suole di gomma, meno sexy ma più efficaci, e ritiene che i bambini possano recarsi a scuola solo se accompagnati da autobus della Protezione Civile. E giù denunce, accuse, controaccuse, insulti per tentare di trovare a tutti i costi “il colpevole”: c’è da credere che i più arguti, non sapendo più con chi prendersela, abbiano inoltrato regolare querela al padreterno per danneggiamento volontario. La neve arriva a ricordare a noi, frenetici animali di città, che posticipare una riunione, rinunciare a una serata mondana e dimenticare per un giorno l’automobile sono atti che non cambiano nulla nell’economia del nostro ciclo di vita. La neve non frena, semplicemente tenta di riportare alla giusta dimensione il nostro ruolo nell’ecosistema. Il silenzio dignitoso che arriva dalle vigne, e dai vignaioli, saggi un tempo e ancor di più ai giorni nostri, ne è la più viva e bella testimonianza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA