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Cina, in pericolo la credibilità dell’olio Made in Italy
Pubblicato il 27/01/2012
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È di pochi giorni fa la richiesta da parte del Governo Cinese all’Ambasciata Italiana a Pechino di controllare maggiormente gli oli importati nel paese asiatico e assicurare la provenienza dell’olio venduto come italiano. Sembra infatti che l’autorità cinese accusi grandi aziende olearie italiane di vendere olio etichettato come “produzione italiana” invece proveniente anche dall’assemblaggio con oli di altri paesi del bacino del Mediterraneo come Tunisia, Grecia, Marocco e Spagna. Inoltre l’organo di controllo cinese ha alzato la guardia sulle importazioni chiedendo a tutte le sedi competenti di rafforzare i controlli e di supervisionare tutto l’olio di oliva importato. Questa notizia ha avuto subito effetti immediati in Cina tanto che la nostra produzione olearia sembra stia svanendo dagli scaffali dei punti vendita nell’attesa della risoluzione dei controlli. Nel nostro Paese questa “accusa” è stata un vero fulmine a ciel sereno. Per volere del nostro governo l’Ambasciata Italiana della Repubblica Popolare Cinese ha immediatamente diramato un comunicato stampa riportando i controlli capillari che le autorità italiane proposte alla Salute e alla Pubblica Sicurezza applicano a tutti i prodotti agro-alimentari, perfettamente in linea con le normative dell’Unione Europea. In specifico per l’olio extravergine vengono effettuati doppi controlli di tracciabilità sia per le produzioni olearie destinate al mercato comunitario e sia per quelle per i Paesi extra UE, oltre a controllare la conformità nelle commercializzazioni internazionali. In Italia la palla è passata alla Coldiretti che, preoccupata per le insinuazioni sulla nostra produzione che stanno girando in Europa, chiede alle autorità del nostro Paese un maggiore sostegno per il Made in Italy all’estero, soprattutto per l’olio che conta un’esportazione di circa 250 mila tonnellate all’anno. Per quanto riguarda la questione nata in Cina la nostra Ambasciata in loco si è fatta garante della massima collaborazione con l’Amministrazione Generale per la Supervisione della Qualità Cinese al fine di vigilare e garantire la sicurezza dei consumatori asiatici e ridare credibilità alla produzione italiana.

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