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Perdersi è trovarsi
Pubblicato il 27/05/2016
Fotografia

Il labirinto permanente più grande al mondo (dopo il deserto, come avrebbe detto Borges) si trova in Italia, Provincia di Parma, Fontanellato, Località Masone, Strada Masone 121, nel giardino di casa del Marchese Franco Maria Ricci. Costui, per chi se lo fosse perso, è un designer fra i piú geniali ed un editore fra i piú eleganti che il nostro Paese abbia prodotto; i suoi libri sono una leggenda per i bibliofili: caratteri bodoniani (Bodoni è il grande innamoramento del dottor Ricci), carte di primissima scelta (nelle edizioni storiche primeggiavano le Fabriano vergate, oggi lucidissimi fogli da fotografia), cura maniacale della mise en page, contributi iconografici e letterarî di portata mondiale (fra questi ultimi, tanto per fare due nomi, Borges e Calvino); le stesse caratteristiche hanno fatto della sua “perla nera” (cit. F. Fellini) – la rivista d’arte “FMR” – “la rivista piú bella del mondo” (cit. J. Kennedy-Onassis): legatura a mano, carta pesante, caratteri bodoniani, fotografie da sogno che emergono da un fondo nero, articoli memorabili.


Ed ora c’è anche il Labirinto: duecentomila piante di bambù che delimitano tre chilometri di percorsi; da quando, un anno fa, ha aperto al pubblico i suoi cancelli, io ci sono stato già tre volte (inaugurazione compresa). Il parco comprende anche una cappella a forma di piramide ed un museo di cinquemila metri quadrati con la collezione d’arte del padrone di casa (Bernini, Carracci, Ligabue ecc.); a render varia la visita agli habitué ci sono le esposizioni temporanee ed i varî eventi nelle sale da conferenza e nella piazza centrale.

E c’è una corte d’ingresso con un caffè ed una bottega di delicatessen gestiti dagli Spigaroli (per intenderci, quelli dell’“Antica Corte Pallavicina” e di “Al Cavallino Bianco”): eccellenti i rinfreschi offerti dalla Caffetteria, commoventi i culatelli e le forme di Parmigiano-Reggiano “Vacche Rosse” esposti nella Bottega come in una gioielleria.

E sempre gli Spigaroli gestiscono il ristorante “Bistrot del Labirinto by Spigaroli”. Qui, i prodotti dell’Antica Corte si possono degustare nell’aria resa perfetta dalla folla silenziosa e vivente dei bambú con ancora negli occhi i caratteri di Bodoni e nelle orecchie citazioni di Borges e Calvino. “Culatello di Zibello degli Spigaroli e salame Spigarolino serviti con la nostra giardiniera”, “Anolini di casa Ricci in brodo di terza”, “Roulade di tacchinetta del Ducato à la Sanvitale con patate fondenti”, “Zuppetta di fragole e zenzero con gelato alla crema antica”…: devo proseguire? Acqua di buone etichette, pane straordinario, gnocco fritto a volontà! Tre birrifici artigianali, due dei quali in Guida BIBENDA. Ed una buona, ancorché non amplissima, selezione di vini con riguardo al Territorio; fra gli altri, la produzione dell’Antica Corte. Mai assaggiato il Rosso del Motto? Fortana, Lambrusco, Ancellotta, Fortanella: rubino violaceo, naso di frutti di bosco piacevolmente vinoso, bocca fresca e non poco tannica ma morbida con ricordi vegetali. Retro, generoso, sincero, simpatico. Val la pena, specie in abbinamento.

E tutt’attorno il Labirinto. Specchio perfetto e simbolico del Giardino dei sentieri che si biforcano, qui è l’architettura del labirinto a portare in sé il romanzo: fatica sublime dello spirito e dell’ingegno, testimonianza dell’alta esperienza di un interprete supremo della memoria del Mondo.

 

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