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Sostenere "Insieme Contro Il Cancro"
Pubblicato il 22/04/2016
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L’altra sera, martedì 19 Aprile, ho sentito forte il senso della nostra presenza nel Paese. Quell'Italia che vive, che spera, che fa le cose sul serio.

Quell'Italia che ci spetta frequentare per missione, per scelta ideologica di vita nel vino, nella sua cultura.

Ebbene, ieri sera 550 persone hanno cenato sedute intorno ai 55 tavoli del Rome Cavalieri acquistati a prezzi “importanti” per contribuire a "Insieme Contro il Cancro", una Fondazione presieduta dal Professor Francesco Cognetti presente e in prima linea per la sconfitta della malattia, per il miglior stato possibile dei malati. Per aiutare chi soffre.

Aver contribuito con i nostri 30 Sommelier al servizio del vino, collaborato a rendere bella la Sala di luci e di immagini e per aver rappresentato tanta voglia di bello, ci ha fatto sentire a pieno titolo anche noi "Insieme contro il Cancro".

E insieme a noi c’erano anche Antonello Venditti, Carlo Verdone, Marina Ripa di Meana, i giornalisti Franco Di Mare, Andrea Pancani, Daniela Vergara, Roberto Gervaso, Corrado Formigli e tanti tanti altri...

I Parlamentari Luca Sani, Massimo Fiorio, Nicodemo Oliverio, Marco Rizzo, Renato Brunetta, Fabrizio Cicchitto, Nicola Zingaretti e altri... L’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, solo per dirne alcuni...

Così, la Fondazione continua nel suo incessante impegno per il Paese, usando l’impegno nel vino quale tramite formidabile per ogni possibile mediazione culturale. Lo fa con i fatti e non con le parole per far parte a pieno titolo di quell'Italia che fa le cose sul serio.

Non certo di quella dei quaquaraquà che in cambio di qualche bottiglia di vino per creare il nulla con fiere arruffate in Sicilia senza senso e fare qualche soldino, elevano i benefattori dei regali a grandi produttori di vino. E non per i loro prodotti, ma esclusivamente per placare la loro sete di onnipotenza (che ovviamente non hanno e mai avranno).

È il gioco dei tromboni che soddisfano i tromboni in uno scambio di piaceri, fino a denigrare - con tutto il livore possibile - coloro che sentono all’opposizione, senza sapere di essere nulla, e il nulla non ha opposizione.

Il mestiere di critico enogastronomico è difficile, ma è anche bello. Fu da brividi un anno, quando un Produttore ricevette i nostri 5 Grappoli per la prima volta. Aveva già ricevuto negli anni precedenti premi da altri critici. E fu davvero bello sentirsi dire "Ora sono certo che il mio vino è buono davvero".

Insomma, è felice chi riceve certezze.

Chi riceve piaggerie, false attestazioni e glorificazioni è felice di essere un trombone.

 

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