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Oscar Miglior Vino Rosso
Pubblicato il 08/04/2016
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La categoria del Miglior vino rosso, vede protagonisti tre diversi modi di intendere il vino e non solo tre vini diversi. Il fil rouge che li lega è infatti il rapporto che ciascuna azienda ha con la tradizione e con l'innovazione, un binomio di cui spesso si abusa ma che trova stavolta perfetta rispondenza con le etichette in gara.

Se da una parte abbiamo l'esempio fulgido di cos'è una viticoltura tradizionale con i vini di Pietradolce, dall'altra è la rivoluzione di Marco Casolanetti con il suo Kurni a sorprenderci. E, come un punto di raccordo fra le due realtà, l'azienda Allegrini emerge come un saggio e vecchio gigante buono in grado di unire la modernità alla storia, senza cedere mai ad esagerazioni o estremizzazioni. Chi vincerà?


Amarone della Valpolicella Classico 2011 – Allegrini (Veneto)

Protagonista della storia della Valpolicella fin dal XVI secolo, la famiglia Allegrini ha intrapreso un percorso di valorizzazione dei vitigni autoctoni veneti, apportando diversi cambiamenti in vigna e in cantina. L'Amarone della Valpolicella Classico 2011 è un esempio di come, al di là della retorica, tradizione e innovazione possano convivere e avere un senso. Se per tradizione si intende infatti il legame con la propria storia, con l'antica sapienza contadina e un approccio nel pieno rispetto dell'eredità lasciata da chi ha contribuito a costruire un mito, allora Franco e Marilisa Allegrini sono tradizionalisti. E se innovazione significa sfruttare le conoscenze derivate da anni di studio e ricerca, applicandole ai vecchi sistemi non per stravolgerli ma per renderli più aderenti alle esigenze contemporanee, allora siamo di fronte a due grandi innovatori.

Non è facile produrre un milione di bottiglie, di cui 120.000 solo di Amarone, e rimanere saldamente attaccati alla qualità, senza compromessi o incertezze. Parlare oggi dell'Amarone di Allegrini significa comprendere che la straordinaria ricchezza di un territorio e la superiore qualità di certe uve, non sono nulla se non vengono interpretate da chi ha la sensibilità e la cultura necessarie per farle esprimere nel migliore dei modi. Chi riesce a fare questo, senza dover rinunciare a una produzione importante, può e deve essere un esempio per tutti. È in queste capacità che sta il valore di Allegrini e sapere che oltre centomila bottiglie sanno di ciliegia, anice, china, erbe aromatiche e humus, con grande eleganza e infinite possibilità di invecchiamento, strappa un applauso anche ai più scettici.

Allegrini 
Via Giare, 5
37022 Fumane di Valpolicella VR
Tel. 045 6832011
info@allegrini.it
www.allegrini.it


Etna Rosso Vigna Barbagalli 2012 – Pietradolce (Sicilia)

Il versante nord dell'Etna è oggi una delle zone viticole più ambite in Italia. Qui le uve di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante si esprimono con un'eleganza, una profondità e una classe che quasi sembra impossibile pensare che la viticoltura stesse per essere abbandonata.

Già nell'VIII secolo a.C. si coltivava la vite sull'Etna, merito dei coloni greci che introdussero il famoso alberello egeo come forma di allevamento. Furono poi i romani a capire le potenzialità commerciali di un vino prodotto “sul mare” e che quindi via mare poteva essere trasportato, senza troppa fatica e a costi convenienti.

In epoca moderna furono i francesi a tagliare il loro vino con quello dell'Etna, in grado di apportare corpo ai “claret” del tempo.

Nel XIX secolo erano 8000 gli ettari vitati, finché l'arrivo della Fillossera prima e della crisi economica poi segnarano un lento abbandono delle vigne, che si interruppe solo verso gli anni '80 del Novecento.

L'azienda Pietradolce è stata fondata nel 2005 e si è subito imposta come una delle realtà più interessanti non solo dell'Etna ma di tutta la Sicilia. Gli undici ettari di vigneto di proprietà insistono su terreni franco-argillosi, ricchi di scheletro e ovviamente di materiale di origine piroclastica, che contribuiscono a dare spessore e verticalità ai vini prodotti. L'Etna Rosso Vigna Barbagalli è un vino da sole uve Nerello Mascalese allevate su alberelli prefillosserici di 80-100 anni, posti a 900 metri s.l.m.

L'annata 2012, una delle più asciutte  degli ultimi decenni, mantiene invero una grande acidità in bocca e profumi intensi ma freschi, mai “cotti”, all'olfatto: dalla frutta di rovo, alle erbe aromatiche, da note speziate e agrumate a sentori più tostati e lievemente animali. Tutto ben poggiato su una grande vena minerale che al sorso si rivela sapida, lavica e calda, e che ci trasporta immediatamente sulle pendici d'a Muntagna. Quando cerchiamo un vino che sia espressione del territorio e della sua storia, orientarsi su un Nerello Mascalese dell'Etna è una scelta saggia. Farlo col  Vigna Barbagalli 2012 di Pietradolce è una scelta perfetta.

Pietradolce 
Contrada Rampante - Solicchiata
95012 Castiglione di Sicilia CT  
Tel. 348 4037792
info@pietradolce.it
www.pietradolce.it
 

Kurni 2013 - Oasi degli Angeli (Marche)

Siamo nelle Marche, in una parte della regione che non dà prodotti agricoli di grande qualità e che per questo è stata in gran parte abbandonata. Non è la Valpolicella, non è l'Etna: è il Piceno, a pochi passi da Cupra Marittima. Per molti sarebbe stato folle tentare di produrre vino da queste parti, ma non per Marco Casolanetti, un giovane e talentuoso winemaker che, insieme alla moglie Eleonora Rossi, ha contribuito a ridare dignità ad un territorio ormai in decadimento.

Il vitigno scelto per questa rinascita è il Montepulciano, che qui veniva vinificato senza risultati soddisfacenti; una sfida nella sfida che Marco ha saputo affrontare con incredibile maestria.

La sua filosofia è semplice: conduzione biologica - se non biodinamica - e cura maniacale dei vigneti, allevamento ad alberello e una fittezza d'impianto mostruosa. Tutto per ricavare uno, massimo due grappoli per pianta, privilegiando la ricchezza del frutto al fine di ottenere vini ricchissimi di estratto ed estremamente longevi.

Un colore rosso rubino scuro e compatto, un naso esplosivo e ricco di frutti rossi e neri, spezie, erbe aromatiche e sottobosco e un sorso potente, intensamente strutturato e masticabile, sono il biglietto da visita del Kurni.

Prima di Marco, prima di Oasi degli Angeli e prima del Kurni, sembrava impossibile pensare ad un grande Montepulciano nelle Marche, obnubilate dalla fama di quello abruzzese. Eppure, vent'anni dopo la nascita dell'azienda, possiamo dire che la sfida è stata vinta: il Kurni oggi è un vino apprezzato dal pubblico e dalla critica e il modo di fare vino di Marco Casolanetti è d'esempio per tutti i vignaioli della regione. A riprova che la tradizione, a volte, può e deve essere ignorata per lasciare spazio al coraggio di essere diversi.

Oasi Degli Angeli   
Contrada S. Egidio, 50
63064 Cupra Marittima AP  
Tel. 0735 778569
info@kurni.it
www.kurni.it

 

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