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Profugopoli, intervista a Mario Giordano
Pubblicato il 01/04/2016
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Profugopoli. Quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati, Edizioni Mondadori è il titolo dell’ultimo libro dossier di Mario Giordano da poco più di un mese presente in libreria. Giornalista, scrittore, direttore del TG4 crede che il suo lavoro abbia una funzione sociale. A 7 anni aveva già le idee ben chiare quando la maestra gli domandò: “Cosa vuoi fare da grande: l’astronauta o il giornalista?” E lui: “L’astronauta no perché dovrei camminare per aria, io voglio avere i piedi a terra”. L’insegnante gli confermò quanto fosse importante sentire i piedi ben radicati al suolo. Emerge ancora una volta il concetto piemontese di attaccamento alla terra, i ricordi del nonno contadino, la necessità di studiare e faticare per andare avanti. Si definisce rompiscatole, amante del suo mestiere. Quando gli si rammenta che qualcuno lo classifica come spudorato risponde: “Assolutamente no. Credo che gli spudorati siano gli approfittatori degli italiani in ogni modo. Sono loro il nemico. Prediligo sempre il buon senso”. Anche il giornalismo, a suo parere, ha subito un cambiamento, ma solo nella forma. La sostanza resta la medesima. Trionfa sempre la voglia di raccontare. Una volta lo si faceva con una penna in mano, esistevano i cantastorie, i trombettieri. Oggi i social network hanno preso il sopravvento e soprattutto hanno dato altro ordine di grandezza alla velocità con la quale le notizie si diffondono. Bisogna adeguarsi ai tempi ma raccontare la verità dei fatti, proprio come lui stesso è avvezzo. Crede nella positività degli italiani, gli piacciano coloro i quali si rimboccano le maniche ed offrono speranza a loro stessi ed al paese. Genuino, loquace, limpido e rivoluzionario come un sorso di Langhe DOC Arneis Blangé Ceretto 2010. Si resta già colpiti dall’etichetta, ma quando lo si assaggia, nella sua complessità, sprigiona aromi ben distinti tra di loro che, nell’insieme, rendono il vino unico e specialmente provocante…

Tra le Sue prime apparizioni in Tv La ricordiamo nei panni del Grillo Parlante della trasmissione Pinocchio di Gad Lerner. Chi sono oggi i grilli parlanti?

Le persone semplici. Coloro i quali incontro nelle piazze, per strada, nei bar. Il problema vero del Paese è il fatto di non voler risolvere realmente i problemi perché non facendolo c’è sempre qualcuno che ci guadagna. La tipica frase del grillo parlante? “E’ facile risolvere i problemi, perché non lo facciamo?”

Esistono ancora la destra e la sinistra?

Sì, ma per poco. Ben presto si consoliderà l’élite dei poteri forti contro la gente comune. Questi ultimi negli anni recentissimi hanno pagato lo scotto maggiore di tutte le crisi economiche anche attraverso strumenti mefitici come l’Unione Europea e l’Euro.

Di recente si è parlato frequentemente di unioni civili e Lei è stato un po’ bersagliato a riguardo, forse frainteso. Spieghi la Sua posizione.

E’ giusto riconoscere i diritti di chi si vuol bene. Contesto la trasformazione delle unioni civili in veri e propri matrimoni e soprattutto il fatto che debba essere affidato un bambino ad una coppia gay. L’interesse del minore è di avere una madre e un padre.  Riconosco che non tutte le coppie etero sono prive di problemi. Se mi venisse chiesto, però, che futuro dare ad un bambino risponderei una madre ed un padre come la natura ha scelto.

Cosa contiene di Lei il TG4?

Possiede tutti i miei difetti e i miei vizi.  Si tratta di un telegiornale che cerca di raccontare la realtà. Ho anche molto in comune con Paolo Del Debbio in Quinta Colonna che è vox populi. Entrambi abbiamo la predisposizione ad ascoltare la gente e ci piace confrontare tutto ciò che accade in Italia con quello che pensa la piazza.

Perché è considerato tra i migliori nello scrivere libri-dossier?

Sono un appassionato del raccontare.  Sono attratto dai fatti, non dalle teorie. Mi piace leggere, studiare, documentarmi. Proprio lei, poco fa, ha rammentato i miei esordi nella trasmissione Pinocchio. In origine io non dovevo comparire sul video. Il mio volto e la mia voce non sembravano prestarsi. Lavoravo in redazione e durante le riunioni leggevo dati frutto di uno studio. Avevo la fama di sgobbone, mi piace spulciare, verificare, conoscere i documenti ufficiali. Gad e il suo collaboratore Roberto Fontolan vollero che li leggessi in onda. La mia chiave vincente è comunque la passione, sono costantemente mosso da questa.

Lo scorso anno Lei ha pubblicato il libro Pescecani. Quelli che si riempiono le tasche alle spalle del Paese che affonda, edizioni Mondadori. Brevemente, chi sono i pescecani?

Coloro i quali hanno divorato l’Italia in uno dei periodi più tristi della sua storia. Chapeau per chi si arricchisce lavorando onestamente e rende ricchi anche gli altri, ma il benessere degli ultimi anni è stato raggiunto in modo discutibile, nella maggior parte dei casi in maniera disonesta e sulle spalle degli italiani. 

Nel Suo ultimo lavoro parla di Profugopoli, cosa sta succedendo al Belpaese?

E’ lo scandalo dei pescecani che si nascondono dietro la solidarietà e l’accoglienza per sfruttare l’emergenza immigrazione. In realtà quest’ultima non dovrebbe essere emergenza, ma viene lasciata come tale proprio per speculare sugli emigrati, che rendono ormai più della droga, concetto espresso nel periodo di Roma Capitale. Si pensava, erroneamente, che Profugopoli riguardasse solamente Roma ma non è così e il libro lo dimostra. In questo caso sono io il grillo parlante che denuncia i fatti, come un qualsiasi cittadino.

Lei ha, spesso, criticato la burocrazia dell’UE. Come potrebbe l’Unione Europea prodigarsi per la viticultura?

Le leggi europee sono nemiche dell’agricoltura. Noi abbiamo saputo proteggere poco i nostri prodotti. Ho poca fiducia sulla nostra capacità di difenderci dall’Europa. L’Europa non tutela le nostre produzioni autentiche. Essa nasce con l’obiettivo di uniformare, standardizzare tutto. Noi, invece, siamo il paese delle 1000 differenze.  La vigna sulla collina di Canelli è differente da quella sulla collina di Santo Stefano ed ognuna ha una sua peculiarità. L’Europa è un mostro burocratico che difficilmente riesce a proteggere la grande ricchezza dell’Italia.

Abbinamento cibo vino?

Le carni tipiche piemontesi con un calice di Barbaresco Docg Ceretto.

Citazione sul vino?

Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quello della mente. Eschilo

 

 

 

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