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Lo spirito delle coccole
Pubblicato il 23/12/2011
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È sempre più difficile concludere la nostra serata al ristorante degustando un buon distillato. Vuoi per il pericolo etilometro, vuoi per la mancanza di spazi dedicati al relax del dopo tavola - dove magari riuscire ad accompagnare la nostra acquavite con un buon sigaro - sono sempre più spesso le mura domestiche lo scenario prescelto per questo tipo di emozioni organolettiche.

Incombono su di noi parecchi giorni di festa, lo stress di cenoni e pranzi pantagruelici siglati da interminabili tombole familiari, vero e proprio colpo di grazia al nostro fisico e al nostro spirito duramente provati. Insomma, potremmo sentire presto l’esigenza irrefrenabile di dedicare un po’ di tempo e di coccole a noi stessi, da soli o con la ristrettissima compagnia degli affetti più cari. Proprio questi possono essere i momenti da esaltare con un buon calice di Cognac, capace di sublimare il nostro pensiero, di renderlo di nuovo pronto a spiccare il volo. La Maison Delamain, fondata nel 1759 dall’irlandese James Delamain con il suocero Jean-Isaac Ranson e ancora oggi guidata dai discendenti del fondatore, è specializzata in piccoli gioielli: espressioni di raffinatissimo artigianato, realizzate con acquaviti provenienti dai più abili bouilleurs de crus e dai migliori éleveurs della Grande Champagne, sapientemente assemblate e invecchiate molto più a lungo del minimo previsto dai disciplinari. Il Très Vénérable Cognac de Grande Champagne ha riposato mediamente mezzo secolo nelle botti di rovere da 350 litri allineate negli chais della Delamain. Dopo aver raggiunto naturalmente il 45% di alcol, il grado viene ridotto di un ulteriore 5% con l’aggiunta di “vieilles faibles”, acquaviti stravecchie con un contenuto alcolico inferiore al 15%. Il brillante colore ambrato dai riflessi topazio dischiude al naso un ventaglio aromatico aristocratico e straordinariamente ampio. Refoli di miele, uva passa e tabacco da pipa preludono a sinuosi aromi di tè nero, cera d’api, iris appassito e liquirizia dolce. La chiusura, finemente balsamica e cioccolatosa, è lunga e travolgente. Bocca di equilibro supremo, calda e dinamica al contempo, appena piccante, dotata di mirabolante souplesse. Nel lunghissimo finale emerge il tipico goût de rancio, degno coronamento di tanta opulenza sensoriale.

Fa squadra da sé, ma accetta volentieri la compagnia un sontuoso amico Cubano…

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