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Il sogno di Ugo Tognazzi
Pubblicato il 18/12/2015
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Chi non ricorda il goliardico film Amici miei del 1975 diretto da Mario Monicelli? Quattro amici di circa 50 anni decidono di organizzare scherzi per niente divertenti ad alcuni malcapitati. Battute, gag, ironia hanno reso la pellicola eterna, dando vita ad atti successivi. Tra i protagonisti un indimenticabile Ugo Tognazzi nei panni del conte Raffaello Mascetti, decaduto perché scialacquatore. Una delle passioni dell’attore lombardo è sempre stata la buona cucina. Per anni ha invitato, nella proprietà di Velletri, amici e colleghi per assaporare le sue pietanze. Alcuni sostengono che rimanesse più male quando non riscontrava la soddisfazione dei commensali nell’assaggiare le sue creazioni piuttosto che nell’essere oggetto di critiche cinematografiche. Memorabili alcuni dei suoi impiattamenti, in un tempo in cui, ancora, le portate non erano dipinte come dei quadri. In un contesto del genere nasce prima La Tognazza Amata, oggi seguita dal figlio Gianmarco, luogo di perdizione dei sensi, poi i vini Tapioco, Come Se Fosse ed Antani e la necessità di portare avanti il progetto di Ugo di offrire, attraverso cibo e vino, un po’ di se stessi. In un’atmosfera di ritorno al passato viene alla luce il cocktail la Supercazzola eseguito dal barman Marco Fabbiano e costituito da Mezcal, Amaretto di Saronno, succo di limone fresco, sciroppo home made al miele ed albume d’uovo. Il gusto è avvolgente e la sensazione appagante. Dove gustarlo? A La Buvette di via Vittoria 44, a pochi passi da Piazza di Spagna. Cos’è in realtà la supercazzola? Per scoprirlo in modo concreto e colorito sarebbe necessario vedere il film Amici miei ma se dovessimo spiegarlo dovremmo dire che si tratta di una frase priva di senso ma espressa in modo convincente con fine di confondere l’interlocutore. Proprio nell’ultimo mese è sorta una disputa su questo vocabolo che sarà presente sul dizionario della lingua italiana Zingarelli il prossimo anno. Ovviamente il fatto fa un po’ sorridere e divide la gente. Probabilmente neanche attori, sceneggiatori ed autori della famigerata proiezione avrebbero potuto immaginare di raggiungere in qualche modo l’alloro.

Dal libro La mia cucina, proprio di Ugo Tognazzi, l’internazionale executive chef Andrea Misseri, grazie al suo estro, ha riprodotto alcune pietanze con, ovviamente, l’abbinamento dei vini della cantina: Tartare di manzo al caviale, pappardelle all’ortica burro e salvia, stinco di santo ( inseriti 3 shot di Vinsanto Frescobaldi) con patate e tortino di mele rovesciato. Ecco come Gianmarco ricorda il padre: “Un amante della campagna prestato al cinema, viveva il grande schermo saltuariamente. Imbandiva lunghe ed interminabili tavolate con colleghi per parlare, discutere e confrontarsi sul tema lavoro. Adorava stare dietro i fornelli a far assaggiare al figlio le sue prelibatezze. Per stargli vicino, da ragazzino, ero anche in sovrappeso . La Tognazza Amata nasce egoisticamente anzi ugoisticamente per Ugo. Era un luogo di ritrovo per gli amici che oggi si offre anche agli altri. Sono legato a tutte le nostre bottiglie, ma se dovessi sceglierne una, certamente, sarebbe il Tapioco, poiché rende gli aperitivi indimenticabili”. Se volete sentirvi star per un solo istante o interiorizzare un nuova parola della lingua italiana, bevete i vini de La Tognazza Amata o recatevi a La Buvette, sarà l’unico caso in cui se chiedete una Supercazzola non sarete vittima di alcuno scherzo.

La Tognazza Amata
Via Colle Ottone Basso, 88
Velletri (RM)
Tel. 06 9625352
www.latognazza.net
info@latognazza.net

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