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Zero Infinito
Pubblicato il 18/09/2015
Fotografia

Pojer e Sandri, nata nel 1975 nel comune di Faedo, in provincia di Trento, dal sodalizio di due personalità vulcaniche come quelle di Mario Pojer e Fiorentino Sandri, si è sempre distinta per essere una cantina in continua evoluzione; il fermento dei due fondatori per ottenere un vino il più naturale possibile non ha mai conosciuto battute d’arresto e nel 2013 ha dato alla luce un prodotto per tanti versi rivoluzionario o quanto meno “controcorrente”, il bianco frizzante Zero Infinito. Questo vino è frutto di sperimentazioni intraprese in una vecchia vigna abbandonata e poi recuperata a Maso Rella a Grumes, in alta Val di Cembra, situata a 800-900 metri di altitudine, con esposizione a sud-sudovest, in forte pendenza e interamente circondata da 50 ettari di bosco che fa da barriera contro eventuali trattamenti chimici fatti nei terreni confinanti. Qui Mario e Fiorentino hanno impiantato delle barbatelle di Solaris, un vitigno nato a Friburgo - una città tedesca situata tra la Valle del Reno e la Foresta Nera - dall’ibridazione tra la Vitis Silvestre (sia Labrusca, rientrante nel raggruppamento delle viti americane, sia Amurensis, originaria del continente asiatico) e la Vitis Vinifera (europea). Per effetto dell’incrocio questa cultivar è refrattaria alle malattie fungine come la peronospora e l’oidio, caratteristica portata in dote dalla componente “silvestre”, ed è dotata di una spiccata piacevolezza aromatica ereditata dal sangue europeo. Oltre ai fungicidi sono stati banditi gli insetticidi contro la tignola dell’uva dal momento che l’unica tecnica utilizzata è quella della confusione sessuale. Anche la fase della vinificazione non prevede alcun intervento chimico e quindi zero lieviti esterni liofilizzati, zero solforosa, zero filtrazioni e zero antiossidanti. Era inevitabile che il nome di questo vino contenesse la parola “Zero”; infiniti invece sono il piacere e lo stupore che questo bianco fuori dagli schemi riesce a suscitare in chi gli si avvicina; il primo approccio visivo, attraverso la bottiglia di vetro trasparente, è una finestra su nuove frontiere che in realtà riportano alle origini del vino. Non essendo state effettuate filtrazioni il colore paglierino si presenta velato, con un deposito di lieviti e altri elementi estrattivi sul fondo. A seconda dei gusti si può procedere alla scaraffatura per berlo limpido oppure lo si può agitare prima della mescita per provarlo nella versione “integrale”. Sotto la guida e lo sguardo sornione di Mario, che siamo andati a trovare in un rovente pomeriggio dello scorso agosto, lo abbiamo assaggiato in entrambi i modi… e le differenze si sentono eccome! Nella versione “pulita” il primo aroma che salta al naso è la pesca in tutte le sue declinazioni insieme a fiori di tiglio, note di pompelmo e lime, maracuja e sfumature erbacee di trifoglio e felce. Il palato è dominato da una freschezza lampante, puntellata dalle medesime cadenze aromatiche intercettate dall’olfatto. Nella veste “shakerata” il bouquet diventa ancora più penetrante con sentori di frutta secca, nocciola in particolare, mentre la presenza del fondo ne irrobustisce il corpo per cui da vino ideale per l’aperitivo si converte in un vino che sulla tavola può accompagnare anche primi piatti di media struttura come il risotto alle fragole, insaporito con parte dei fondi dello stesso vino che, essendo ricchi di cremor tartaro, conferiscono ulteriore sapidità.

Pojer e Sandri
Via Molini, 4
38010 Faedo (TN)
Tel. 0461 650342
www.pojeresandri.it
info@pojeresandri.it

 

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