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Emozioni di fine corso
Pubblicato il 06/03/2015
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Davvero una bella idea quella trascorrere un fine settimana nelle Langhe insieme a tutti gli allievi del Master Barolo e Nebbiolo. Ma per capire il perché eravamo in Piemonte, dobbiamo riavvolgere il nastro e tornare al 16 ottobre 2014. Giornata piovosa a Roma, ma poco importa perché siano all’asciutto e pronti per una nuova avventura fatta di storie, terra, uomini e, ovviamente, assaggi. Ci troviamo nella sede della Fondazione Italiana Sommelier, in attesa dell’inizio della prima lezione del Corso sul Barolo. Tema: da Giulia Colbert a Oudart, la genesi del Barolo. Giornata memorabile quel 16 ottobre e dopo ci siamo ritrovati per altre 8 volte e ci ritroveremo ancora per altre due portando a termine un viaggio fantastico all’insegna del Re dei vini. Tutte lezioni uniche, ma dovremmo chiamarli momenti magici, all’insegna di vini unici e di un gruppo altrettanto unico, come quelli che solo il vino sa creare, unire e appassionare. La guida di questo percorso poi, è davvero d’eccezione e risponde al nome di Massimo Billetto. Docente storico non solo della Fondazione Italiana Sommelier, ma anche di Worldwide Sommeleir Association, Billetto è una sorta di “flying teacher”, nonché piemontese Doc, che diffonde il verbo della cultura del vino, del piacere e della qualità. Ambiente, etichette e docente ci hanno letteralmente fatto innamorare, conquistati, rapiti e stregati al punto di sentire il bisogno impellente di andare in Langa, a Barolo, per vedere, annusare, toccare, degustare e sognare.

Ritorniamo così al nostro recente fine settimana. Un’esperienza concreta, da ripetere ad ogni corso, che ha consolidato aspetti importanti: apprendimento, cultura e soprattutto amicizia. Un week-end ricco di sensazioni, che ha visto come prima tappa le tortuose pendenze di La Morra per assaggiare i vini di Gianni Gagliardo. Prodotti rigorosi e di grande equilibrio gustativo, compresa l’ultima annata in commercio (2004) di Barolo Cannubi. La salita che porta a Barolo ci ha poi definitivamente rapito il cuore. Avvicinarsi per accarezzare la targa color ruggine della cantina di Maria Teresa Mascarello, in via Roma, 19 (facendo di tutto per non calpestare gli ultimi passi del mitico Bartolo), è un’emozione che non ha prezzo. Quindi una sosta nel centro del piccolo paese per poi discendere e arrivare da Sandrone, dove incontriamo Luca che, insieme al fratello Luciano, dà vita a prodotti unici come il Barolo Cannubi Boschis. Altro giorno altre storie e tanti i silenzi quando si analizzano di prima mattina le caratteristiche dei suoli della collina de I Cannubi, ascoltare i racconti dei proprietari della cantina Damilano e poi assaggiare i vini dei vigneti storici di Cannubi, Cerequio e Brunate. Gli occhi erano ancora colmi della collina de I Cannubi quando eravamo già a Serralunga d’Alba, tra i vigneti di Prapò della cantina Ettore Germano. Qui, oltre a diversi vini da Nebbiolo, abbiamo degustato gli spumanti e l’ottimo bianco Hèrzu, da uve Riesling. A seguire un’avvincente serata con visita privata alle storiche cantine di Fontanafredda. L’ultima tappa ha visto la nostra presenza da Ceretto, ospiti nella nuova e moderna cantina nei vigneti di Bricco Rocche a Castiglione Falletto. Assaggio di alcune delle etichette storiche, vini di annate ancora in fase di assestamento e poi via verso Roma, casa penserete, non proprio perché dopo una visita nelle Langhe non si è più sicuri di dove sia realmente casa.  

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