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Ambrosia di Vignamato… e il Verdicchio fa boom
Pubblicato il 06/03/2015
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Sulle pendici della collina di San Paolo, che insieme a Cupramontana e Staffolo delimita quell’angolo delle Marche in cui i vini a base di Verdicchio raggiungono vette di gran pregio, opera dal 1960 la tenuta Vignamato. Le vigne aziendali, che nel corso degli anni sono state estese anche negli altri due comuni, dimorano su terreni molto versatili, argillosi e di medio impasto con intrusioni sabbiose, adatti quindi a ospitare con buoni risultati anche i vitigni rossi ma qui siamo nel regno del Verdicchio e la cantina Vignamato ne trae ogni anno splendidi esemplari, sia lavorati per intero in acciaio sia elevati in legno. Di questa seconda categoria fa parte una Riserva di Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico che già col nome lascia presagire interessanti sviluppi, l’Ambrosia. Nella letteratura classica l’ambrosia è universalmente riconosciuta come il nutrimento degli dei, che garantiva loro l’immortalità e l’eterna giovinezza; nei poemi omerici in particolare era identificata come il cibo degli dei mentre per Alcmane, Anassandride e Saffo era la bevanda. Si trattava comunque di un alimento di pertinenza esclusiva degli abitanti dell’Olimpo, i quali solo eccezionalmente ne facevano dono ai mortali.

Alla portata di tutti invece l’Ambrosia di Vignamato, che non promette l’immortalità ma di sicuro sa come far arrivare al “settimo cielo” chi la beve. Per capire la ragione di tale particolarità è essenziale conoscere passo per passo il procedimento di vinificazione che inizia con la spremitura soffice delle uve in presse precedentemente saturate di azoto per evitarne l’ossidazione. Dopo la decantazione statica del mosto fiore, si passa alla fermentazione in serbatoi inox per il 60% della massa mentre il restante 40% è fermentato in piccole botti di rovere; segue l’affinamento di oltre un anno in acciaio e in barrique nelle stesse percentuali. Mille parole però non possono rendere quanto l’esperienza diretta con questo vino distribuito dall’azienda Vignamato in una bottiglia molto austera, con un’etichetta elegante nella sua semplicità ma che di certo non è in linea con l’esuberanza quasi esplosiva del contenuto. Appena versato nel calice, l’Ambrosia affascina al primo sguardo col suo colore giallo paglierino intenso con riflessi oro verde ma subito dopo l’attenzione è distratta dal profumo, una cornucopia da cui deflagrano fasci di fiori gialli, ananas, manghi, cedri e pesche mature insieme a zafferano, finocchietto selvatico, salvia, muschio bianco, mandorla verde, note burrose e zucchero filato; nel palato troviamo la stessa opulenza in un corpo solido, pieno e rotondo che poggia sulla sinergia tra la spalla acida e l’incalzante mineralità; ancora più apprezzabile è come l’enologo Pierluigi Lorenzetti sia riuscito a centrare la quadratura del cerchio tra la riconoscibilità degli aromi varietali, ben presenti anche in persistenza, e l’apporto non invadente dei legni di maturazione.

Vignamato
Via Battinebbia, 4
60038 San Paolo di Jesi (AN)
Tel. 0731 779197
www.vignamato.com
info@vignamato.com

 

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