Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Lo spettacolo del vino secondo Vladimir Luxuria
Pubblicato il 06/02/2015
Fotografia

Estroversa, discreta, preserva la sua vita privata. Camaleontica, ha la capacità di ondeggiare dai palchi degli spettacoli teatrali fino a sostare nei salotti dei dibattiti politici. Non conosce la banalità. Crede nell’influenza della Luna e della vite sulla terra. Ama condire la pasta con le verdure. In prossimità dei suoi cinquant’anni ha già deciso la bottiglia per i festeggiamenti: Gran Cuvee XXI Secolo 2007 della cantina D’Araprì di San Severo… Auspica il botto!

“Mi aggrada bere un buon calice la sera. Qualsiasi luogo visiti, acquisto sempre una bottiglia. Possiedo una sorta di piccola cantina e conservo il pregiato nettare in ordine temporale, lo spillo e mi sembra di tornare nei posti che ho visitato ed inizio a raccontarne i luoghi. Creo un legame tra la memoria, la terra e la preziosa bevanda”.

Così si lascia trasportare la prorompente Vladi dal vino e dice di sé: “sono una persona che cerca di vivere quotidianamente l’equilibrio delle sue contraddizioni e dei suoi contrasti. Non parlo della parte maschile e femminile, quella fase è superata e risolta. Si tratta della dicotomia tra serio e faceto, comico e malinconico. La mia esistenza è sempre stata una battaglia”.

Visto il Suo nome, qual è il vino della lussuria?
Assolutamente il Gewürztraminer per la potenza, la complessità e l’esplosione del bouquet che ha la capacità di ammaliare tutti i sensi. Luxuria fu un nome scelto nell’accezione della sensualità e non sessualità, come tutti erroneamente credono, per cui questo inebriante nettare calza a pennello.

E quello della seduzione?
La Falanghina o il Greco di Tufo. Qualcosa di stuzzicante ma non corposo… Sarebbe solo l’incipit dell’incontro.

Lei è pugliese, cosa pensa del successo della Sua regione sul vino?
Finalmente un riscatto! A lungo è mancata la cultura del vino che per troppo tempo è stato considerato eccessivo, forte. Dunque utilizzato quale “vino da taglio” per l’aumento della gradazione o del colore dei vini più deboli. Poi, di recente, i produttori pugliesi si sono sbizzarriti anche nello stile delle bottiglie e nella preziosità delle etichette, altro ottimo inaspettato risultato. E’ giusto che si stia rivalutando pure il rosé, considerato erroneamente inferiore, da me definito, simpaticamente, transgender.

Abbinamento tra cibo e vino della Sua regione.
Cabernet Cantine Fortore di Torremaggiore con pasta e cavoli ripassati in olio, aglio, alici ed infine mollica, così che si crei una deliziosa crosticina e si eviti l’aggiunta del formaggio.

Una citazione sul vino?
La donna è come il vino… Più passa il tempo e più migliora: l’importante è non chiuderla in cantina!

© RIPRODUZIONE RISERVATA