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Comunque è un prete diventato Papa
Pubblicato il 23/01/2015
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Un prete, un parroco che coccola i suoi parrocchiani, li rimbrotta quando c’è da farlo, li protegge, li consiglia, li richiama al dovere e cerca di aggiustare le cose.

E fa bene a rendersi disponibile a dare un pugno a chi offende sua madre e ad ammonire che poi non è così vantaggioso fare figli come conigli.

Solo che la sua parrocchia è il Mondo.

E allora Papa Francesco lo sente questo immenso. E ne sente il peso. Il suo popolo migliore diventano i poveri.

Parlargli di vino è stato intimamente difficile.

Ma ieri lo abbiamo fatto, Angelo Gaja, Riccardo Cotarella ed io.

Parlare di vino, quando il tempo è quei pochi minuti che hai con gli occhi puntati negli occhi, vuol dire edonismo: ti piace, quanto ti piace...

Con Angelo Papa Bergoglio si è ovviamente intrattenuto sui luoghi delle sue origini piemontesi. Riccardo ha chiarito una volta per tutte che non è astemio ma che ne beve poco (personalmente lo trovo molto logico perché è esattamente quello che insegniamo), da parte mia sono riuscito a consegnargli dei doni, a chiarire che la Fondazione Italiana Sommelier si occupa di Cultura del Vino, a sentire direttamente dalla sua voce il suo apprezzamento per BIBENDA che legge in aereo durante i suoi viaggi e a dargli il Diploma di Sommelier d’Onore assieme al Tastevin d’Argento.

Luciano Ferraro su corriere.it ha scritto “Alle dieci del mattino, un Angelo si presenta al Papa. È Angelo Gaja, il più noto tra i vignaioli italiani nel mondo. Con lui ci sono altri 150 produttori, enologi, sommelier, giornalisti del vino: l’udienza papale a più alto tasso alcolico della storia. Il Papa alla fine porta a Santa Marta un diploma di sommelier ad honorem e un tastevin, la ciotola d’argento per le degustazioni.”

Ed è stato proprio così: Papa Francesco è Sommelier d’Onore. Un Onore tutto nostro di annoverare un terzo Papa nell’Albo ideale delle persone illustri che abbiamo avuto la fortuna di incontrare durante il percorso della nostra vita nel Vino.

Ma Papa Francesco non è Sommelier d’Onore per un progetto di marketing. Papa Francesco “come un buon vino” lo ha detto e lo ha ripetuto molte volte.

Questa voce che ha dato voce ad un apprezzamento edonistico chiaro, forte, inequivocabile è la voce pubblica del Papa e rafforza enormemente la mia convinzione che parlare di vino non sia peccato.

E rafforza ancor di più la mia convinzione che il silenzio assordante sul vino da parte dei media e della scuola sia un silenzio imbecille.

Di questo evento-progetto nel nostro cuore non rimarrà soltanto la visita al Papa: il rafforzativo importante è stato quello della comunione del popolo del vino.

Aver visto tutta la splendida e appassionata partecipazione di amici che si occupano del vino, di tutte le provenienze lavorative e culturali è stata l’altra emozione.

Li ringrazio tutti. Con grande affetto. Sono arrivati da ogni parte d’Italia dando vita a un vero e proprio pellegrinaggio. Una risposta meravigliosa e altrettanto fantastico l’entusiasmo al ritorno a casa.

Con più forza, con più fervore continueremo a servire il vino, con tutto l’amore possibile.

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