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Vino, ti rubo!
Pubblicato il 28/11/2014
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Il vino e i superalcolici sono i prodotti più rubati in Italia e nel resto d’Europa. Lo annuncia l’edizione 2014 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, la ricerca promossa da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, Inc. (NYSE: CKP) e condotto da The Smart Cube, in collaborazione con Ernie Deyle, analista della prevenzione delle perdite nel Retail. Lo studio rivela che il costo delle differenze inventariali per il 2014 è stato di oltre 96 miliardi di euro a livello globale. Queste perdite, che includono i furti ad opera dei Clienti, della criminalità organizzata, dei dipendenti, le frodi dei fornitori e gli errori amministrativi, hanno rappresentato, in media, una percentuale pari all'1,29% delle vendite Retail. La ricerca fornisce descrizioni dettagliate sulle cause delle differenze inventariali e aiuta i Retailer ad individuare le soluzioni più efficienti per affrontare il problema delle perdite, oltre ad individuare le best practice ed i range più appropriati in termini di investimenti per governare il fenomeno.

I dati sono stati raccolti nel corso di approfondite interviste telefoniche e on-line condotte in 24 paesi con 222 Operatori, che hanno generato complessivamente 560 miliardi di euro di vendite nel 2013. Dai dati è emerso che i settori maggiormente colpiti sono l’Alimentare, con vino e superalcolici al primo posto seguiti da carne fresca e formaggi, il Fashion, dove i prodotti più a rischio sono giubbotti in pelle, calzature ed accessori moda, mentre per l’Health&Beauty, sono, in ordine, i prodotti per il trucco, le creme per il viso e le lamette. Infine gli I-Phone, smartphone e videogames continuano ad essere tra i prodotti globalmente più rubati. I furti ad opera della clientela si concentrano soprattutto nei negozi specializzati, principalmente superstore e discount, mentre quelli ad opera dei dipendenti si verificano soprattutto nei negozi di elettronica e di articoli sportivi. Il profilo medio del taccheggiatore risulta per il 65%, di età compresa tra i 18 e 45 anni a livello mondo, fascia che in Italia si concentra tra i 30 e 45 anni. Il nostro Paese si distingue inoltre per il calo delle differenze inventariali rispetto all’anno scorso (attestandosi all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti ed una maggiore spesa, di circa 94 euro a persona), dovute all’aumento degli investimenti in prevenzione, arrivando a oltre 2,5 miliardi di euro nell’ultimo anno, valore che pone il nostro Paese nella classifica dei più virtuosi in quanto a rapporto tra differenze inventariali e spesa in prevenzione delle perdite. In Italia è cresciuta molto anche l’etichettatura alla fonte, in particolare tra i Retailer del settore alimentare, generando un risparmio considerevole e, inoltre, il 42% degli intervistati dichiara di avere in programma l'aumento del numero di referenze (SKU) protette.

Se da una parte, quindi, i furti di vino nella grande distribuzione sono ormai fatto accertato ma per il quale si stanno ormai studiando avanzati sistemi antifurto e di prevenzione delle perdite, un altro tipo di reato sembrerebbe iniziare a farsi pericolosamente largo: il furto delle vigne. Ne ha fatto le spese, proprio lo scorso marzo, l’azienda Trerè di Faenza (Ravenna) che si è vista portar via nel giro di una notte, ben 1.500 piante di Sauvignon Blanc fatte arrivare dalla Francia e appena piantate. Un danno, fra costo delle viti e manodopera, che si aggira attorno ai 3.000 euro e che lascia, oltre a tanto sconforto, soprattutto un inquietante interrogativo: potrebbe accadere ancora?

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