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C come coriandolo
Pubblicato il 21/11/2014
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La testimonianza più antica di un uso alimentare o, più probabilmente, terapeutico del Coriandolo proviene dal sito archeologico di Nahal Hemar (Israele), che ha restituito una  quindicina di frutti (da molti impropriamente chiamati semi) disseccati, risalenti al sesto millennio avanti Cristo. Ciò autorizza a ritenere che la specie sia originaria del vicino Oriente, ma l’ipotesi non è certa. Di sicuro il Coriandolo era ampiamente coltivato già nell’antico Egitto, come attestano sia le fonti scritte che i ritrovamenti nelle tombe dei faraoni, a cominciare da quella di Tutankhamen. Gli antichi Greci conoscono la pianta fin dal secondo millennio avanti Cristo, come dimostrano le citazioni su tavolette in lineare B di epoca micenea, e ne fanno ampio uso sia come offerta rituale che per confezionare unguenti e profumi. Il termine greco koríandron è da riconnettersi, secondo un’ipotesi piuttosto diffusa, a kóris, cimice, per via dell’odore pungente, che può ricordare quello delle cimici verdi. Al Coriandolo gli antichi, da Dioscoride alle Mille e una notte, attribuivano virtù afrodisiache. Chiamato anche prezzemolo arabo, si ritrova in Asia fino all’Indocina, mentre oltre Oceano è diffuso in entrambe le Americhe col nome spagnolo Cilantro. I nomi botanici di alcuni ecotipi, come il Coriandolo lungo o Eryngium foetidum e il Coriandolo vietnamita o Polygonum odoratum, fanno evidente riferimento all’odore intenso, e in effetti il Coriandolo coltivato (Coriandrum sativum) è pianta erbacea aromatica annuale della famiglia delle Apiacee, cui appartiene anche l’Apium graveolens (letteralmente, maleodorante), che poi altro non è che il Sedano. I frutti, dei globuli di 3-5 mm di diametro, mantengono lo stesso odore delle foglie finché sono verdi, per poi diventare più aromatici e pungenti quando maturano, virando al beige e all’ocra-bruno. La pianta può resistere fino ai duemila metri d’altitudine, ma l’ habitat ideale è la zona temperata, ove è più favorita la produzione di  olio essenziale. Il Coriandolo,  da secoli coltivato a scopo medicinale (come digestivo, stomachico e carminativo), oggi entra in numerose specialità culinarie di tutto il mondo. Le foglie fresche, tritate, si aggiungono per insaporire una quantità di pietanze tipiche, come, ad esempio, il Ceviche, ma sono anche alla base di zuppe come la portoghese Açorda alentejana; ugualmente molto utilizzati sono anche i semi, che più o meno essiccati e ridotti in polvere entrano nella composizione del Curry, ma si ritrovano anche nell’Harissa, nelle salse yemenite Zhoug e Shatta e nella nostra Mortadella di Bologna. Si utilizzano soprattutto le foglie inferiori della pianta, dal gusto fresco e intenso, molto particolare, non a tutti gradito. Esattamente come per il Prezzemolo, è possibile raccoglierne piccole quantità sulla stessa pianta, man mano che maturano, fino al manifestarsi della fioritura. I frutti piccoli e rotondi vengono utilizzati al naturale per profumare i Cetriolini sott’aceto (pickles), oppure vengono torrefatti e ridotti in polvere per aromatizzare salsicce e terrine. Nella zona montana dell’entroterra algerino, caratterizzano la miscela agliata “Koussbor we thoum” per il Cus Cus, mentre le foglie fresche si utilizzano piuttosto per la zuppa chiamata Chorba. La raffinata cucina thai fa ampio uso sia delle radici, che delle foglie fresche, esseziali nella preparazione della Tom ka con pezzettini di pollo e latte di cocco. Sono diverse le proprietà benefiche per l’organismo. Tra esse, è particolarmente elevato il contenuto di antiossidanti, principalmente fenolici (acido caffeico, ferulico, gallico e clorogenico), ma anche di terpinoidi, cumarine e carotenoidi nelle foglie fresche, importante riserva di vitamina K, coagulante e coadiuvante dello sviluppo osseo, mentre il beta-carotene giova a pelle, ossa, vista e sistema immunitario. In liquoristica, il Coriandolo entra in molti elisir ed enoliti, come il Vespétro savoiardo, ed è recente il lancio di una nuova tipologia di Vodka da noto brand molto rinfrescante, aromatizzata al Lime e al Coriandolo.

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