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Presentazione BIBENDA 2015, cronaca emozionale
Pubblicato il 21/11/2014
Fotografia

Sabato scorso ha finalmente avuto luogo la presentazione della Guida Bibenda 2015, il momento conclusivo di un lavoro durato pressoché un anno.

Moltissimi ne hanno già parlato, quotidiani, tg, blog vari, pubblicando immagini ed estrapolando dati e notizie dal comunicato stampa di rito.

Ma qui vogliamo parlare del lato emozionale dell’evento, alla cui preparazione e allestimento hanno preso parte centinaia di persone, ognuna per la propria professionalità per mesi, settimane, giorni, alcuni anche per pochi minuti, tutto per una sera, per un evento destinato ad accendersi, esplodere e spegnersi nel giro di una serata.

Fra l’altro anche abbastanza breve, di questo non si parla mai. Di come, ad esempio, si possano servire sette portate a 1.000 persone in due sole ore. In questo Vissani è davvero inarrivabile, senza dimenticare la fondamentale presenza del Vissani jr Luca – che somiglia sempre di più a suo padre, in tutti i sensi. E anche se la filastrocca del menu viene ormai sciorinata in scioltezza dalla collaudata brigata, che declina le portate come un sonetto imparato a memoria, questo non toglie niente alla sua complessità.

C’era questo c’era quello. Alcuni nomi nel mondo della comunicazione non di settore dicono poco, a volte niente. Ma nel nostro ambiente, per gli appassionati, senza arrivare ai “malati di vino”, alcuni nomi sono l’equivalente di Sofia Loren per il cinema, di Battisti per la musica o di Moravia per la letteratura. Quindi, Gaja (Angelo) sta al vino come Sting sta al rock. Ecco la passerella.

Gli enologi/wine maker c’erano praticamente tutti. I padri e i figli dell’enologia (di qualità) moderna. Dai Cotarella brothers, Renzo e Riccardo, a Vittorio Fiore e Barbara Tamburini in grande spolvero, Bernabei junior, Vincenzo Mercurio, Hans Terzer…, solo per citarne alcuni. Assente giustificato Roberto Cipresso, in viaggio per il Brasile a verificare i risultati dei suoi esperimenti che promettono risultati sorprendenti.

Altro assente “giustificato” il neo produttore Bruno Vespa, lontano per impegni di lavoro ma vicino a noi con il cuore, ci dice al telefono. Così Albano Carrisi, ma sostituito egregiamente da Cristel: una vera bellezza.

Si fa presto a far finta di snobbare i neo produttori. A trattarli come parvenu in un palcoscenico per loro sconosciuto fino a poco tempo fa. Si fa presto a fare spallucce, salvo poi essere colpiti dalla sindrome Paolini, cercando di farsi riprendere insieme nelle foto, cercarne il sorriso per un selfie, uno scatto ufficiale. Oppure accodarsi zitti zitti mentre il produttore-leader va a salutare in cucina il suo chef-amico da sempre, da molto molto prima che si mettesse in testa di produrre vino.

Sono felici della scelta fatta, Linda e Massimo D’Alema, e sicuramente a loro agio nel ruolo di produttori.

C’erano anche Riccardo Illy, “contagiato” dal vino già da qualche anno in quel di Montalcino, con Rossana Bettini, solare, radiosa. E a proposito di coppie inossidabili ecco i coniugi Moratti, vitivinicoltori in Oltrepò Pavese, Gian Marco e Letizia (bella ed elegantissima) a festeggiare il loro anniversario di matrimonio con incrocio di calici, accanto a loro l’altra granitica e sorridente coppia Severino e Di Benedetto, Paola e Paolo.

Un altro “stregato dal vino” Francesco Moser, produttore sulle colline di Trento. La sera precedente aveva prenotato in un ristorante ai Parioli. Ci ha raccontato ridendo che il proprietario del locale lo ha aspettato con due biciclette pronte all’uso. Poteva il mito Moser resistere alla sfida? Beh, chi il 14 sera si fosse imbattuto in due pazzi in bicicletta a correre su e giù per i Monti Parioli, deve sapere che uno dei due era il campione Francesco Moser!

I giornalisti? Anche qui, quelli “del mestiere” e non, sicuramente quelli appassionati. Da Anna Scafuri, autrice di pagine di economia assolutamente tecniche e anche di servizi su vino e dintorni colmi di sensibilità; a Mario Orfeo, direttore attento alle notizie del settore. Poi Gioacchino Bonsignore per Tg5 Gusto; Marcello Masi, Lucia Buffo e Rocco Tolfa, che hanno appena concluso “I Signori del Vino” un programma di grande successo.

Per il web Alessandro Regoli, sempre sul pezzo, con audacissimi occhiali rossi, divertente. In rosso (smoking) anche Luciano Mallozzi, scanzonato, praticamente un ragazzo, come Filippo Polidori, più trendy che mai. Poi i “cattivi ragazzi”: Roberto Anselmi, Marco Caprai, Maurizio Caino Menichetti, Enzo Ercolino

Altri Vip? Heinz Beck, attento, sensibile, è recente il suo impegno nella campagna contro l’Alzheimer…

Per la mondanità pura, c’era Alessandro Scorsone, sorriso travolgente, volto più che noto, esempio di come trasmettere cultura anche a Palazzo Chigi. C’era Cristiana Lauro, in nero lungo, schiena allusiva, non solo bellissima come sempre, ma anche autrice di Delirium Tremens, libro ironico-serio sul mondo-vino, per niente facile, fidatevi.

Fede e Tinto? C’erano, neo scrittori anche loro con “Sommelier ma non troppo”, da anni consolidati portavoce del vino e del cibo italiani. Lo fanno tutti? Sì, oggi sì. Ma Fede e Tinto ci credono da anni, audaci. Anche perché in radio non si possono mostrare affabulanti tavole imbandite di tutto un po’, niente marchette, insomma, solo cultura. Proseguendo con gli intellettuali, ecco Raffaella Albanese, link Campus University, cattedra di intelligenza emotiva. E Domenico De Masi, padre della Sociologia del lavoro.

Novità assoluta, a salire sul palcoscenico tutti i produttori premiati, in un colpo d’occhio veramente emozionante al ritmo della Novecento Big Band, orchestra di venti elementi che si sono esibiti dal vivo. Un entusiasta Roberto Castagner è stato il portavoce della soddisfazione sua e di tutti i suoi colleghi produttori di grappa, che hanno assistito in questa premiazione ad una sorta di ufficializzazione del distillato tra i prodotti eccellenti italiani. Una battaglia, questa, che vede Castagner il “pasionario” in prima linea da sempre. Il suo sorriso raggiante ha siglato il traguardo raggiunto, grazie soprattutto a uomini come lui che in questo prodotto ci credono.

Franco Ricci? In odore di santità. Tutti a toccarlo, ad abbracciarlo. Ma qui sorvoliamo, non vogliamo sembrare di parte.

Atmosfera rilassata, disimpegnata ma elegante, grande partecipazione e toni distesi, amichevoli, forse anche grazie ad alcune gradite assenze.

Abbiamo preferito chiamarla cronaca emozionale, altrimenti avremmo dovuto parlare di gossip, ma era il caso.

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