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Lo spumante italiano batte la crisi
Pubblicato il 14/11/2014
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La crisi economica e il conseguente calo dei consumi sembra non toccare lo spumante made in Italy. Il 2014 si sta infatti profilando come un anno record per la tipologia, con un export in crescita del 24% rispetto al 2013. Questi i dati di Coldiretti che stimano entro la fine dell’anno uno stock spedito all’estero di metodo classico e Charmat tricolore pari a 350 milioni di bottiglie.

Dal 2007 infatti, le bottiglie di spumante italiano esportate sono cresciute del 180% con un aumento di fette di mercato nei Paesi tradizionali ma anche con la conquista di piazze nuove come Russia e Cina. In quest’ultimo Paese gli spumanti italiani sono più che raddoppiati tra il 2013 e il 2014, con un incremento del 106%, scavalcando gli Stati Uniti e diventando il primo mercato di riferimento per la tipologia. La Coldiretti fa notare inoltre che, sulla scia di tale successo, crescono nel mondo le imitazioni di prodotti italiani, con nomi fantasiosi come Kresecco e Meer-Secco in Germania, Paese della Ue, e altri vini in odore di Italian sounding nelle Americhe.

Non dobbiamo comunque cullarci sugli allori perché i primi dati della raccolta 2014 fanno segnare un meno 15% per le uve da base spumante, in linea d’altronde con uno stock totale di uva (41 milioni di ettolitri) che si prospetta come la più scarsa dal 1950. 

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