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La storia siamo noi
Pubblicato il 19/09/2014
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Non ci riferiamo al bellissimo programma Rai, ma ai 60 anni del Vino italiano di qualità.

Anni che hanno fatto la storia di un Made in Italy vero, autentico, che oggi miete successi in (quasi) ogni angolo della Terra. Gli esperimenti del 1957 di Giacomo Tachis di un blend diverso, non quello delle uve ma quello dei vini, le Famiglie del vino che si evolvono con le nuove generazioni, dai nonni ai nipoti a formare uno, cento, mille marchi che diventano rapidamente icone di lusso e di qualità. Professionalità e sicurezza in una produzione che abbiamo continuato a constatare, anche in questi ultimi quattro mesi, durante la preparazione di BIBENDA 2015.

Questo lungo ma breve tempo di crescita del Vino italiano è stato fortunatamente accompagnato da gruppi spontanei di affezionati cultori e osservatori di questa crescita. Hanno divulgato la notizia anno dopo anno e, di fatto, hanno così ampliato la platea dei curiosi dell'Arte del bere giusto.

Tuttavia, mentre il Vino ha continuato a percorrere strade in salita per raggiungere obiettivi impensabili, una parte della comunicazione è stata deviata dall'avidità, dal business e soprattutto contraddistinta da una pessima professionalità, di vera e propria incapacità organizzativa, di una comunicazione falsa e incoerente.

Messaggi che non sono più credibili, ovviamente, ma che ugualmente fanno del male, danneggiando la crescita qualitativa del vino.

Così il vino non è più fiancheggiato e sostenuto da organizzazioni esperte nella diffusione e nella di propagazione culturale ma malamente e maldestramente sfruttato da superficiali organizzazioni a caccia di adepti, avide di piccoli falsi poteri in nome della loro falsa potenza.

Ma la Storia siamo noi. I Produttori di Vino di Qualità dicono che si deve proseguire nel prestigioso percorso intrapreso perché l'Italia, in questo casino totale, merita che si faccia chiarezza e si riesca a distinguere il vero dal falso. Gli atteggiamenti vanitosi rivelano immediatamente l'imbecille di turno che si appresta a millantare credito, mentre credito non ce l'ha. E non lo perdonano più.

Ma questo imbecille del vino si trova dappertutto: l'abbiamo scovato all’interno di molte istituzioni. Per esempio, continua ad annidarsi nella Regione Lazio da molti anni, con il beneplacito di chi questa Regione la governa. Il vanitosetto che vanta rispetto, lo si trova in associazioni di settore, di cultura, di categoria.

Ma la Storia siamo noi. Noi che abbiamo visto crescere la comunicazione efficace e corretta, che pure esiste e va parzialmente a colmare l'enorme lacuna culturale del Paese.

Abbiamo raccontato la storia del vino di questi ultimi trent'anni e a trentamila persone abbiamo dato la possibilità di poterla a loro volta raccontare. La voglia di conoscere il Vino Italiano l'abbiamo fatta venire a più di un milione di persone, dopodiché lo hanno apprezzato. Tanto.

Abbiamo scritto, parlato, gridato alle Istituzioni di poter essere più vicini alla cultura italiana del vino. Mentre altri chiedevano i contributi.

Abbiamo fatto uscire in questi giorni in Cina, tra Pechino e Shanghai, centomila copie di BIBENDA in cinese.

La Storia siamo noi, quelli che senza fatica tutti i giorni, con rispetto, raccontano il vino in doppiopetto blu.

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