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Jura, forte tradizione e dinamiche tendenze
Pubblicato il 02/05/2014
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In Jura, nella Regione della Franca Contea, il carattere fortemente identitario della viticoltura si fonde oggi con una decisa spinta innovativa. Un vero e proprio "rinascimento". L'attuale generazione di vigneron mostra grande sensibilità nel valorizzare le peculiarità delle singole parcelle e creare così nuovi gusti e tendenze. Le risorse ancora inesplorate di questa variegata ed eccellente produzione sono, da un lato, una storia antichissima e una posizione geografica privilegiata, dall'altro, una ricchezza naturalistica eccezionale. Risalente all'epoca della civiltà celtica, grazie alla domesticazione di viti selvatiche presenti dall’età preistorica, la cultura enoica di questa regione si impreziosisce nei secoli grazie alle contaminazioni con la cultura romana, monastica, borgognona, austriaca e spagnola, delineando aspetti del tutto originali e autonomi. Fondamentali per l'enologia furono le sperimentazioni di Pasteur che proprio ad Arbois, verso la metà dell'Ottocento, studiò i processi di fermentazione e le cause di molte malattie del vino.

Il processo storico ha come sfondo un contesto naturalistico estremamente ricco: un mosaico geologico risalente all'era giurassica, che ha lasciato importanti giacimenti di sale, Salins-les-Bains e Lons-Le Saunier, patrimonio Unesco dell'Umanità, e un complesso forestale e di pascoli ancora oggi imponente, sui quali dominano castelli, fortezze e borghi. E poi la presenza di vitigni, in parte autoctoni. Se nel corso del XVIII si contavano fino a quarantadue varietà diverse, oggi i vitigni censiti, e presenti nel territorio da almeno cinque secoli, sono fondamentalmente cinque. Il Poulsard e il Trousseau, a bacca rossa, ricco di profumi il primo, capace di conferire colore e tannini il secondo, spesso ingentiliti dal Pinot Nero. Il Savagnin, a bacca bianca, dal carattere originale, che genera vini ricchi di alcol e acidità, tendenti all'ossidazione. Infine, lo Chardonnay. Il Savagnin (nella foto sotto) è il vitigno certamente più remoto che dà origine al vin jaune, vino pungente, armonico, ossidato naturalmente, dal sapore inimitabile di noce, simbolo e tradizione dei vini di questa regione e soprattutto dell'Aoc Château Chalon, che in questo borgo è testimoniato mirabilmente dal Domaine Jean Macle, fondato nel 1850.

Tuttavia l'influenza e la vicinanza con la cultura borgognona sono oggi alla base di stili più “contemporanei”, che cercano di trasporre nel vino le complesse peculiarità del territorio. In questa ricerca lo Chardonnay diviene un vitigno d'elezione. Allevato su buona parte dei quasi 2.000 ettari di superficie vitata, lo Chardonnay è divenuto di gran lunga il vitigno dominante, presente in Arbois, in tutta la Côte du Jura e nella piccola denominazione dell'Etoile, limitrofa a quella di Château Chalon. Le diverse interpretazioni dello Chardonnay variano dai caratteri più freschi e semplici ad altri impegnativi, sontuosi, quasi “barocchi”. Le diverse versioni appaiono sempre accomunate da una importante componente acida, facilitata da un clima essenzialmente continentale, che lascia la bocca estremamente pulita, o meglio, come dicono i francesi, “propre”. Caratteristica, quest'ultima, che rende questi vini particolarmente adatti a piatti elaborati e di alta gastronomia. I viticoltori sono assai numerosi e di grande prestigio: tra i tradizionalisti spiccano senz'altro Domaine Puffenney, in Montigny-les-Arsures. Jacques Puffeney, uomo senza tempo, che incarna l'eccellenza e lo stile classico, regala  pienezza di sapori ed espressività costanti nel tempo. Punte della sua produzione, che oggi raggiunge oltre cinquanta vendemmie provenienti da complessivi cinque ettari, sono l'ammirabile Trousseau Cuvée les Bérangères, fruttato, intenso e lungo, ed il tradizionale Arbois Vin Jaune, dalla complessità aromatica sorprendente: sottile, morbido, avvolgente, con richiami di frutta secca e noce, densi e profondi. Infine, tra le recenti (relativamente), nuove acquisizioni, spicca Domaine André et Mireille Tissot, in Montigny-les-Arsures, oggi condotto da Stephane Tissot, con 46 ettari tra vitigni a bacca rossa e a bacca bianca. Fondato nel 1990, dieci anni dopo l'azienda volge completamente verso la biodinamica. La variegata gamma delle etichette, fino a 36 cuvée di vini, provenienti dalle singole vigne dai caratteri inconfondibili, è accomunata da un filo conduttore: tutti i vini, in special modo i rossi, sono "dinamici", fini e conservano l'integrità dei sentori fruttati, anche con l'invecchiamento. Difficile da dimenticare le Clos de Tour de Curon 2010, Chardonnay elegante, fine, profondo, emblematico del rinascimento e delle sorprese che riserva questa regione. Provare per credere!

 

Domaine Jacques Puffeney, Quartier Saint-Laurent, 
39600, Montigny-les-Arsures,
tel: 0384661089
jacquespuffeney@orange.fr

Domaine André et Mireille Tissot, Quartier Bernard,
39600, Montigny-les-Arsures
tel: 0384660827
stephane.tissot.arbois@wanadoo.fr
www. stephane-tissot.com

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