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Il Nero d’Avola e l’utopia concreta
Pubblicato il 14/02/2014
Fotografia

Incontro quasi fortuito, ma che forse era già nell’aria, tra curiosità rimandate e desideri sopiti. Sorprendente ed emozionante. L’apertura di una bottiglia di Siccagno 2011, il Nero d’Avola di Arianna Occhipinti, è una grande rivelazione, per originalità di anima e corpo. Mi spinge diretta verso lo scaffale della mia libreria, alla ricerca di Natural Women, poetica e sincera autobiografia della vignarola. Appassionata, lucida, autentica: Arianna Occhipinti, con uso mirabile delle parole e bel ritmo narrativo, spiega le ragioni del suo ritorno alla Terra di Sicilia. Tutto inizia con un abbraccio, non solo figurato, con Luigi Veronelli. E torna alla mente la “Lettera aperta ai giovani estremi” scritta dal grande Gino: “La fine millennio con l’affermazione della centralità della terra - e di quanto ne segue: l’ambiente e l’agricoltura - dovrebbe rendere chiaro ai giovani estremi che è stato e che è un grave errore non essersene interessati e non interessarsene (Ex Vinis, n. 43, ottobre/novembre 1998). Quel concetto di libertà dell’altro, quel nuovo umanesimo viene subito colto dalla studentessa siciliana. E origina quella scelta consapevole e coraggiosa di una donna, una fimmina, giovanissima e quanto mai mediterranea, in una regione ricca di fascino e contraddizioni, che con naturalità si inserisce dentro un archetipo tradizionalmente patriarcale. Siamo nella parte sud est della regione siciliana, a Vittoria, località Fossa di Lupo. Qui la viticoltura da secoli è faccenda di uomini.

Quella di Arianna è una scelta in controtendenza, che smentisce l’immaginario collettivo di nuove generazioni bruciate dall’inesorabile crisi economica e di sistema, che rinunciano al proprio futuro, che fuggono all’estero. Non è il caso di Arianna, che lega con un filo le tradizioni più ancestrali, i saperi contadini in via di estinzione, le vie antiche del vino, unendole all’energia vitale del futuro, alla ricerca di un ordine armonico con la natura e con le forze cosmiche. La vite ne è l’emblema e il vino deve solo essere accompagnato dall’Uomo, con profondo rispetto. All’estero e nel continente Arianna va per imparare, per confrontarsi, per avviare un percorso di ricerca. Prima le idee dello zio Giusto Occhipinti, colui che portò in Sicilia il metodo georgiano di vinificare in anfore interrate, cofondatore dell’azienda Kos. Poi gli studi di Enologia all’Università di Milano, allieva, non senza spirito critico, di Attilio Scienza, ma attratta dal confronto con la biodinamica di Joly e dai principi dell’antroposofia di Rudolf Steiner. All’estero Arianna va, non per fuggire, ma per conoscere i grandi vigneti francesi e spagnoli ed acquisire uno sguardo consapevole. Quello sguardo le fa amare profondamente i paesaggi siciliani, quelli della regione Iblea, disegnati dai muretti a secco, inondati dalla luce e dal calore, fatti di rocce e terre calcaree ed argillose, come la giuggiulena, i semi di sesamo, che si trova lì dove prima regnava il mare. Il 7 gennaio 2004 nasce l’azienda, pochi mezzi, grande desiderio, forte volontà e sogni a cascata. In partenza un solo ettaro, oggi ben 30, di cui 18 a vigneti, 12 a uliveti e seminativo, tutti a conduzione biologica. Poi lo sbarco verso i mercati esteri. Immancabile la scelta dei vitigni locali e tradizionali: il Nero d’Avola, ad esempio, che qui è chiamato racina siccagna, uva concentrata che non ha avuto irrigazione, allevato ad alberello. Il Siccagno 2011 dal colore rubino con riflessi violacei ha profumi intensi e molto variegati: frutta rossa matura, scorza di arancia, viola, spezie dolci, miscela di erbe aromatiche,  menta e origano, infine, una scia minerale unica, di pietra e sabbie bagnate dalla calda pioggia d’estate. All’assaggio, corposità, avvolgenza e morbidezza virano con estrema dinamicità verso una freschezza piacevolissima, continuamente cangiante, vitale, fluente, ben integrata con i tannini già composti ed eleganti. Un vino decisamente “vivo”, come un cavallo arabo, scuro, elegante ed irruento. Il finale di bocca, pulito e lunghissimo, lascia l’idea del raggiungimento, rarissimo, di un’utopia concreta, quasi una Terza Via. E il pensiero va a Joseph Beuys che fece della propria esistenza, votata alla difesa della Natura e alla rigenerazione dell’umanità, una testimonianza vivente di sintesi tra arte, uomo, creatività e scienza.

Arianna Occhipinti,
Via Dei Mille, 55
97019 Vittoria (RG) 
Tel. 333 6360316
www.agricolaocchipinti.it
info@agricolaocchipinti.it
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