Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Pigato mon amour
Pubblicato il 14/02/2014
Fotografia

Fughiamo subito ogni dubbio: è ormai acclarato che il Pigato è un biotipo del Vermentino, o, per usare un termine poco simpatico, una virosi di questo vitigno anche se molti produttori e i suoi fan più sfegatati continuano a considerarlo una specie a se stante. Chiamato Pigato (“Pigau”) per via delle macchioline color ruggine, le “pighe”, che compaiono sulla buccia degli acini in prossimità della maturazione, è tipico della Riviera Ligure di Ponente, in particolare della Piana di Albenga, tra Savona e Imperia. I migliori Pigato sono generalmente coltivati in collina a un’altitudine di 300 metri, in un ambiente beneficiato sia dalla vicinanza del mare sia dalle escursioni termiche notturne che ne arricchiscono il patrimonio di aromi e di acidità.

Situata nel comune di Ranzo, in quella parte della Piana di Albenga che si restringe sul torrente Arroscia, dove i campi coltivati sono ridotti a fazzoletti di terra gravidi di frutteti, l'azienda agricola Bruna ha votato proprio al Pigato la maggior parte dei 7 ettari vitati di proprietà, proponendone 3 versioni rientranti nella denominazione Riviera Ligure di Ponente: Majè, U Baccan e Le Russeghine. Quest’ultima, per tradizione consolidata, è la punta di diamante della cantina e nasce nel cru omonimo, caratterizzato da terreni in prevalenza argillosi e ricchi di scheletro, dal tipico colore rosso che è alla base del nome dialettale assegnato alla zona. Attingendo da vigne di oltre 40 anni allevate ad alberello, con basse rese, in assenza di diserbanti e trattamenti chimici, il Pigato Le Russeghine è lavorato completamente in acciaio e, dopo la vinificazione, trascorre almeno 6 mesi sulle fecce.

Di bell’impatto il Pigato Le Russeghine 2010, di un colore paglierino fulgido e brillante che non risente affatto della parziale filtrazione a cui è sottoposto. L’estensione olfattiva va oltre le più rosee aspettative; partendo da un sostrato di fiori campestri, si focalizza su nuance fruttate (buccia d’uva e pesca a pasta gialla) e marcatamente agrumate di bergamotto e mela limoncella, miste a muschio marino ed erbe aromatiche. Ampio e varietale, ripropone nel palato la componente fruttata ed è sorretto da una buona alcolicità che ne ammorbidisce l’abbrivio a dispetto della marcata freschezza. Ma a tener banco è la mineralità sprigionata a piene mani e a più bordate, tenace ricordo delle terre rosse da cui proviene e delle brezze marine che lambiscono i vigneti. Si stempera infine rilasciando una scia di mandorla amara. Sulla tavola non potrebbe trovare compagno migliore dei primi piatti della tradizione ligure, specialmente se a base di abbondante pesto a condimento di trofie, picagge o trenette. Ottimo col Cappon magro (tipico antipasto genovese realizzato con verdure e pesce Cappone o Branzino), considerando il corpo e la struttura dimostrati durante l’assaggio, potremmo azzardare l’abbinamento con piatti a base di carni bianche anche elaborati, sempre nel solco della culinaria locale, come la cima di vitella ripiena.

Bruna
Via Umberto I, 81
18020 Ranzo (IM)
Tel. 0183 318082
www.brunapigato.it
info@brunapigato.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA