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Nettare di Dioniso. La vite e il vino attraverso le parole degli autori antichi
Pubblicato il 07/02/2014
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È stato presentato, il 4 febbraio, nella sede della Società Geografica Italiana, all'interno dell'affascinante Villa Celimontana, il nuovo lavoro di Claudia Cerchiai, accompagnato da appassionati contributi di illustri studiosi. Più di 400 pagine dense e ricche che scorrono fluide e accattivanti e che offrono un interessante spaccato della società di quei tempi e di come la coltivazione della vite abbia contribuito a modificare alcuni contesti sia geografici che sociali. Il libro non è un saggio sulla vite e sul vino, perché l'autrice fa parlare gli antichi e così, da narratrice rigorosa e attenta qual è,per ogni racconto, aneddoto e citazione, viene fornita al lato la fonte precisa. La struttura del libro si potrebbe immaginare composta da due parti, una più tecnica dove si tratta della pratica della coltivazione della vite, dalla scelta del terreno fino alla concimazione e potatura; l'altra una sorta di antropologia del vino che ci racconta dell'uso che se ne faceva, dell'abbinamento con il cibo, ma anche del suo utilizzo al di fuori della tavola. Molto accurata la descrizione del luogo in cui il vino si consumava, il triclinio: dalla scelta del legno per il tavolo, all'argenteria, dai decori all'accoglienza. Alcune pagine divertenti trattano di come il vino era utilizzato come elemento propiziatorio ma anche per mascherare sonniferi e droghe. Curioso il capitolo che chiude il libro: lo sapevate che il vino non si ricavava solo dall'uva, ma anche dalle bacche di mortella nera? Parola di Catone.

Nettare di Dionisio. La vite e il vino attraverso le parole degli autori antichi 
Claudia Cerchiai Manodori Sagredo, 
L’Erma di Bretschneider
Euro 200
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