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Solaia 1998
Pubblicato il 31/01/2014
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Il concetto di “nuovo stile”, impensabile fino agli anni Settanta, ha determinato la forza e l’unicità di un territorio ben determinato. Tutto ha inizio nel 1971, nella zona del Chianti Classico, quando il marchese Piero Antinori sovverte la consuetudine produttiva tipica della zona realizzando il primo Supertuscan Tignanello. Fatalità e soprattutto convinzione, hanno voluto che nell’annata 1978 sia stato sufficiente che in alcuni vigneti di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, riservati fino allora alla realizzazione del Tignanello, la produzione delle uve fosse così performante sia per quantità che per qualità, che si ebbe l’intuizione di creare il Solaia. In maniera sperimentale furono realizzate le prime 3.600 bottiglie, inizialmente composte da Cabernet Sauvignon all’80% ed il resto da Cabernet Franc. Il prodotto convinse cosi tanto che l’esperimento fu riproposto anche nell’annata successiva, la 1979, con il medesimo assemblaggio. Negli anni a seguire, invece, furono operate alcune piccole e fondamentali modifiche. A partire dalla vendemmia 1982 il vino è stato perfezionato con il sostegno del 20% dell’autoctono Sangiovese, riducendo principalmente la quantità del Cabernet Franc. Ancora oggi, la composizione è Cabernet Sauvignon 75%, Sangiovese 20% e Cabernet Franc 5%. L’unico intermezzo fu la particolare annata 2002, etichettata come “Solaia Annata Diversa”, poichè a causa delle condizioni non perfettamente ottimali delle uve di Sangiovese, il vino fu realizzato solo con l’apporto dei due Cabernet. Solo sei, invece, le annate sin qui considerate non idonee alla produzione, poiché non soddisfacenti per la qualità delle uve Cabernet. In sequenza sono la 1980, 1981, 1983, 1984 e la 1992.

Solaia è un vigneto di circa venti ettari, ospitato nell’ampia Tenuta Tignanello a San Casciano Val di Pesa a circa 30 chilometri da Firenze, posto su suoli calcarei, ricchi di scheletro e roccia di alberese, ad un’altitudine che varia tra i 350 e i 400 metri di altitudine. Dopo la raccolta, le uve rimangono a macerare separatamente per tre o quattro settimane in vinificatori troncoconici ad una temperatura che varia tra i 28 e 31° C. Dopo la svinatura, le varie masse vengono sistemate in barrique non nuove dove subiscono la fermentazione malolattica. Successivamente il vino viene travasato in barrique nuove e fatto elevare per un periodo di circa 18 mesi. Dopo l’assemblaggio rimane ad affinare per un altro anno in bottiglia. Di recente abbiamo degustato il millesimo 1998, un vino davvero straordinario, unico, perfettamente integro nella sua tenuta. Il colore è un rubino fitto e luminoso. Al naso seduce per complessità, a cominciare dalle sensazioni di piccole bacche rosse selvatiche, di more e ribes, tocchi vegetali di felce, macchia mediterranea, china, toni tostati di caffè e tabacco scuro. Palato aristocratico e dinamico, centrato nell’equilibrio. Sorprende per intensità, morbidezza e per la trama tannica finissima. Finale sapido, lungo nella persistenza. Straordinario su un entrecôte alla griglia o un capretto al forno con senape ed erbe aromatiche.

Antinori
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50026 San Casciano Val di Pesa (FI)
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