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Madeira: prima che sia troppo tardi
Pubblicato il 10/05/2013
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Il Madeira è leggendario. Tra i più celebrati vini liquorosi, viene prodotto in una delle più belle isole vulcaniche al mondo, che emerge al largo delle coste occidentali dell’Africa ma ha un clima che ricorda da vicino quello della madrepatria portoghese, a causa delle fredde correnti atlantiche che la circondano. I vitigni utilizzati per produrre il Madeira di qualità sono, in ordine crescente di residuo zuccherino nel prodotto, il Sercial, il Verdelho, il Terrantez (oggi quasi scomparso), il Bual e il Malmsley o Malvasia. Originariamente, il vino veniva trasportato (e maturato) sulle navi che percorrevano la rotta equatoriale. Il riscaldamento e gli sbalzi termici cui era sottoposto gli conferivano particolari aromi caramellati e di frutta secca. Per preservare la tradizione, il procedimento di lavorazione prevede oggi, dopo l’aggiunta di alcol per mutizzare il mosto in fermentazione, il riscaldamento del vino a circa 50° in recipienti detti estufas, che in un certo senso “simulano” il passaggio per l’Equatore.

Famoso presso gli Inglesi (che da sempre hanno un debole per i vini liquorosi), il Madeira è un vino praticamente eterno: bottiglie del XIX secolo sono oggi vendute e degustate senza problemi, a costi (relativamente) non proibitivi. Il gusto varia molto a seconda del vitigno: un Sercial, ad esempio, è secco e può ricordare uno Sherry fino, ed è perfetto come aperitivo (tanto che in molti ristoranti di Madeira viene servito ai clienti ad inizio pasto come benvenuto dalla cucina), mentre all’opposto un Malmsley è opulento, denso, con note di caramello e mallo di noce, ed è splendido sui dessert ricchi, anche a base di cioccolato, ma ancora di più gustato da solo.

Tutto farebbe dunque pensare che questo nettare abbia le caratteristiche per figurare a pieno titolo accanto ai grandi Porto e Sherry, e riscuotere lo stesso successo. Purtroppo non è così: se è vero che il Madeira ha i suoi grandi estimatori (tra cui, molto modestamente, chi scrive) la dura legge del mercato e le condizioni di scarsità della terra coltivabile nell’isola di Madeira fanno si che molti proprietari terrieri stiano abbandonando la coltivazione della vite in favore di quella, più redditizia, delle banane. Oggi chi viaggi a Madeira si imbatte continuamente - specie nelle zone d’altura -  in vigneti abbandonati, ove la vite è tornata alla natura rivendicando la sua origine di pianta rampicante, e produce ancora, non raccolti da alcuno, piccoli grappoli di squisite uve. In compenso, nelle zone più basse dell’isola, ove prima si coltivava il Malmsley, imperversano i bananeti.

Sono felice di essere stato in questo paradiso e di aver fatto, in uno dei pochi vigneti supersiti, un pic-nic doverosamente accompagnato da una bottiglia di Sercial ben fresco. Temo che i miei figli, se e quando diverranno appassionati degustatori, non potranno più ripetere questa esperienza.

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