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Tasse su cibi e bevande, le più odiate dagli italiani
Pubblicato il 10/02/2012
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Il periodo non è certo dei migliori dal punto di vista delle tasse e dei vari balzelli che siamo tutti, o quasi, chiamati ad “accollarci” per il bene del Bel Paese. Ciononostante quello che più irrita gli italiani è la tassazione su cibi e bevande, cosa che il Governo Monti sembrava avere, in un primo momento, messo in cantiere con la tassa sul junk food, ovvero il cibo-spazzatura. È questo ciò che emerge da un’indagine Ipsos su un campione di connazionali in merito a eventuali nuove tasse su cibi e bevande. Più dell’85% degli intervistati non vuole alcun provvedimento legislativo in tal senso e più dell’81% crede che l’eventuale misura serva solo a rimpinguare velocemente ed indiscriminatamente le casse dello Stato. Emerge quindi un atteggiamento critico che va al di là della semplice imposizione fiscale, coinvolgendo concetti come la diminuzione del potere d’acquisto e una critiche all’atteggiamento da “Stato Etico” che sottenderebbe tali provvedimenti. In buona sostanza gli italiani non vogliono essere guidati dallo Stato nella scelta di ciò che è giusto o meno mangiare o bere. Inoltre non ci sono studi né evidenze empiriche sulla bontà delle food tax su qualità della vita delle persone né sulla riduzione delle spese sanitarie delle varie collettività.

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