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Il Giglio di Ponza
Pubblicato il 08/06/2016
Fotografia

Se ci si trova nella Capitale è quasi impossibile non imbattersi nei supermercati e ristoranti, dai più economici a quelli di lusso, in etichette di Casale del Giglio. Si tratta di un’azienda agricola laziale giunta alla quarta generazione: Berardino, Emilio, Dino e, oggi, Antonio Santarelli hanno costruito un progetto nato da un sogno. Per troppo tempo si è erroneamente creduto che l’Agro Pontino fosse un’area non vocata alla vite. I risultati, ovviamente, hanno dimostrato il contrario. Tante le bottiglie ed innumerevoli le sperimentazioni  da parte della famiglia Santarelli per poi giungere alla nascita del Satrico dal colore giallo paglierino, dello Chardonnay in purezza, del fragrante Sauvignon, del fresco Petit Manseng, del minerale Antinoo, dell’autoctono Antium, del rosato Albiola, del rotondo Merlot, dell’intenso Shiraz, del suadente Petit Verdot, dello spagnolo Tempranijo, dell’elegante Cabernet Sauvignon, dell’equilibrato Madreselva, del nobile Mater Matuta e del concentrato Aphrodisium, nato da vendemmia tardiva. Vasta è la scelta ed ottimo il rapporto qualità prezzo. Antonio assieme all’enologo Paolo Tiefenthaler hanno generato una nuova creatura: Faro della Guardia e Paolo la descrive così: “Si tratta di un’idea nata assieme a Tommaso Tartaglione e Gino Scotti. Ci sembrava giusto regalare qualcosa che perdurasse nel tempo agli isolani. Sono un uomo che proviene dalle Dolomiti, ma i ponzesi mi hanno conquistato, ci siamo capiti subito. Era corretto che gli anziani del luogo vedessero realizzati i loro sforzi. Per anni si sono dedicati alla coltura della vite ed ora hanno finalmente visto il risultato che nessuno può loro sottrarre. È giusto che le bottiglie di Faro della guardia si possano acquistare solo a Ponza. Se a mio padre, uomo di altri tempi, avessero chiesto di lavorare il terreno per poi strappargli le uve ne avrebbe sofferto molto, così ci sembrava giusto che il prezioso nettare restasse a Ponza”. Il vitigno Biancolella si crede provenga dalla Corsica, trova il suo habitat naturale nelle zone insulari, predilige una maturazione tardiva, giunto nel calice sprigiona una spiccata nota minerale ed un’ottima acidità. Impossibile non abbinarne un bicchiere con il fellone, tipo di granchio, o più semplicemente con un piatto di alici e finocchietto selvatico. Grazie anche a Casale del giglio, attualmente, non si parla esclusivamente di Biancolella di Ischia ma di Ponza. Queste uve posseggono l’estroversione e la generosità campana che su un suolo di origine calcareo – vulcanica si sono ben adagiate. Tra l’enologo Paolo e la famiglia Santarelli si è creato un sodalizio indissolubile nato quando il trentino aveva poco più di vent’anni. Tanti i ricordi su Dino. Antonio ultima generazione della famiglia, è un grande comunicatore, buon ascoltatore. Conduce personalmente il maggior numero delle visite in cantina e ci tiene che le sue bottiglie partecipino ad un elevato numero di banchi di assaggio, circa 500 l’anno. Cura con attenzione il personale, meticoloso sul lavoro, auspica di essere stato in grado di trasmettere ai figli la sua passione per il vino. Gentile nei modi ci tiene che i suoi ospiti si sentano a proprio agio. Considera, ovviamente, le sue bottiglie come se si trattasse di propri discendenti ed in ciascuna di loro racchiude un ricordo. Precursore dei tempi ha una lungimiranza non comune ed è un discreto buongustaio. Andate a curiosare, ne resterete certamente colpiti. Cheers!

 

CASALE DEL GIGLIO
Strada Cisterna – Nettuno, Km 13
04100 Le Ferriere (LT)

 

 

 

 

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