Se la Costiera Amalfitana è un’enclave particolarissimo della Campania enologica, quella di Furore è un’enclave nell’enclave. Qui la storia della viticoltura è puramente contadina, le contaminazioni con vitigni internazionali e l’omologazione non hanno né voluto né potuto lambire questa meravigliosa terra emersa dal mare nell’era Mesozoica, e la presenza marina è tutta lì nel suolo dolomitico calcareo con forte contaminazione vulcanica. Non si esagera nel dire che questo è il vino degli uomini, del sudore e della fatica; è stato l’uomo infatti nel corso dei secoli, mettendo pietra su pietra, a creare i muretti a secco dove la vigna è cresciuta, su una collina impervia che non scende mai sotto il 50% di pendenza e che ospita oltre 40 diverse varietà di vitigni che mediamente raggiungono gli 80 (!) anni d’età. In questi luoghi suggestivi niente attacco della fillossera, al costo di una viticoltura eroica, dove al trattore subentra la forza dell’uomo e della più incallita tradizione. Marisa Cuomo, Andrea Ferraioli e i loro figli, grandissimi produttori di Furore, sono l’immagine d’amore più bella che questa terra potesse meritare. Protagonista della loro cantina è ormai da tanti anni il Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva, blend di uve campane, dotato di carattere, eleganza e longevità: apprezzeremo queste doti in una straordinaria verticale storica di 12 annate, guidati da un docente di Fondazione Italiana Sommelier. 
Le annate di COSTA D’AMALFI FURORE BIANCO FIORDUVA in degustazione:
2013 - 2012 - 2009 - 2008 - 2007 - 2006 - 2005 - 2004 - 2003 - 2002 - 2001 - 2000
 
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